sabato 29 dicembre 2007

anguill'e capitoni

la fauna di piazza fadini
(detta anche piazza fatina)
con i suoi suoni
[anguiiiiill'e capitoooooni]
i suoi colori
[verde rapa, marrone lambascione, nero cozza, arancione clementine]
i suoi sapori
[prova quant'è dolce 'sta clementina]
i suoi profumi
[modo' ce fizz d' pesc ammuffit]
stamane ancora addormentato
mi sono entrati in testa
e le urla
[anguiiiilll'e capitooooni]
mi hanno fatto da sveglia

che a volte il locale
va oltre lo straniero
che avolte ostriche san giacomo e gamberetti
e cime di rapa saltate con le acciughe
ti fanno veramente stare bene

[anguiiiiill'e capitooooooni]

domani si parte
marche
toscana
liguria
pirenei francesi
Euskadi
...
e chissa che altro o che cosa...

buon inizio anno
...che mi sa che ci vediamo l'anno prossimo
che se il buongiorno si vede dal mattino...
beh...
buongiorno

domenica 23 dicembre 2007

..nuovo template..

e spero che non preferiate il precedente,
visto che
quando si cambia
si spera che tutto il mondo
sia solidale al cambiamento.


cerco alternativa meno complesse,
ordinate ma non banali


voi pensate che il genere umano si possa estinguere?
voi pensate che il genere umano di debba estinguere?


che la vita è un sospiro.. lo dicono in molti
che domani si può morire.. lo ripetono spesso
che occorre carpare il diemo c'hanno fattopure un film..


ma pensavo...


occhio a non esagerare..
che poi diventa foga
diventa consumismo
(non proprio nel senso materialista)

c'è il rischio che diventi egoismo
c'è il rischio di non tenere presente che
un fottuto futuro c'è sempre

e che è sempre necessario fare due conti
che i conti, alla fine,
aldilà dell'etica,
dicono che fare e che non fare.
i conti.. i conti.. i conti...


beh sono tornato..
non so per quanto non so per dove...


ma sono tornato..
ben trovati...

martedì 13 novembre 2007

la revolucion de los abuelos para la devastacion de los albores de naranja

e andando per tutta la notte per la calle
è certo che si incontra gente strana
che con quel bigote mi pare un gentiluomo,
oltra a rappresentare un lasciapassare per le donne,
che se mi chiedono se posson mangiare unghia dalle mie mani
che dire, senno che già le ho mangiate e,
lo siento,
non ce ne più..

che il leone nella foresta dorme ancora
e chi ha il coraggio di svegliarlo

che quando qualcuno taglia gli alberi di aranci
l'odore che viene fuori va al di la del creare una siepe rotonda
che si sentono gli alberi piangere
e i vecchi ribellarsi

che dove ci sono gli alberi, arriva pure l'acqua,
per averne la prova basta guardare il deserto...


che senso ha tagliarli?

il giardiniere è una professione di grossa responsabilità...

martedì 6 novembre 2007

norm(ALI)ta'

che tra la gente strana e buona
e la gente normale ma cattiva
preferisco la prima...
assolutamente
e non chiedetemi che ne penso delle persone normali e buone
perche' non si puo'
semplicemente perche'
la realta' e' assurda
ed essere normale implica che
qualche imbroglio lo devi trovare,
visto che la realta' non ha soluzioni coerenti ammissibili.
e allora meglio essere strani
fottersene della realta,
e solo cosi' si puo' viverci dentro
senza inculare nessuno
contro le regole
che servono solo per essere aggirate
e guadagnare mas!!!


della gente strana e cattiva..
manco ne voglio parlare

lunedì 29 ottobre 2007

gente che pensa gente che fa


(tengo qu pensar, tengo da hacer)


que cè gente che attraversa sulle strisce
que i pensieri sono contagiosi ma pure la azioni,
que a volte le direzioni sono giuste altre sbagliate
que a volte il corazon ti parla
que a volte non ti accorga che il cielo è celeste
que un vaso rotto è un problema quando ci sono i fiori dentro
que di notte nel bosco è freddo
que a volte camminare all'alba è necessario
que una volta a Roma sono stato ad una festa goa su una barca sul tevere, e la mattina le foglie per terra erano molto verdi
que a volte confondi le voci
que a volte ti senti chiamare e ti giri
que altre volte no
que a volte è tutto sbagliato, ma poi te ne scordi
que tornare indietro è diverso che ripensare al passato
que si pensa anche se si cominciano cose nuove
que a volte ti senti stupido qando non capisci una battuta alla tele
que le mosche che di ronzano intorno possono parere una metafora
que non so se fari l'amore sapendo che mio figlio potrebbe vedermi
que è facile non far nulla ma non lo è pensar nulla
que se fai può essere che non pensi
que sia meglio pensare a quello che si fa, è quello che si dice in giro
que se ti lamenti col sorriso sei ironico
que il passato può essere diverso, ma il pensiero uguale.
que il 2000 fu un anno raro
que la coperta a volte può essere un problema


.... que questo non è un diario solo di fatti,
.... ma pure di pensieri

lunedì 22 ottobre 2007

arrivato

Hola,
rapidamente:
árrivo intensamente frastornante..
qualche parola detta a caso un paio di sorrisi e grossa ironia... pare funzioni,
la casa ad impatto un grosso macello, ma sto imparando a gestirne la complessita'
attualmente i coinquilini ufficiali sono Silvia, madrilena e Alejandra, mexicana, che si e` lasciata col novio olandese
le tastiere spagnole sono un po' diverse..
il sale spagnolo non sala come il sale italiano.. un pochito meno.. tocca aggiungerlo
quartiere multicultural, soprattutto africa.


il caffe e` con leche.. caffe solo ti guardano brutto.
a colazione si accompagna con una tostada, che e`tipo bocadillo.. ma non e`un bocadillo
anche se a volte penso che fino a mezzogiorno si chiami tostada e dopo bocadillo
non ho capito ancora bene che mangiano qua... poco male ci sono gli spaghetti anche se in pacchi da 250 che costano 60 c... la marca e`gallo.


Ci sono piu chiese qua che a roma
ogni bar c'ha appesi tre quattro cristi o madonne,
nei taxi (necessario per arrivare a casa) pieno di santini

per ora e`tutto.. volevo scrivere altro magari piu' in la'...

a proposito...
innamorato
(e se eba perde la erre non preoccupatevi)


baci a todos

martedì 16 ottobre 2007

corsi e ricorsi.. alla fine mi stancai

"ma in quel periodo c'erano esami?"
"doveva lasciare la casa..."
"non mi ricordo
e mi si sta intrecciando il cervello"


era il 2003.. con fabio e il principe..
tanto tempo, capello lungo e riccio,
occhio da fattone... pensieri rapidi e diffusi


2003, 2004, 2005, 2006, 2007
28, 27, 26, 25, 24....


l'incertezza del futuro e del presente
i rimpianti innocenti del passato,
la paura del reale e il coraggio dei sogni..
il bisogno assoluto e inconsapevole di essere concreto,
il piacere spasmodico di rimanere a galleggiare sopra le nuvole


era l'alba, una ennesima alba..
una storia che finiva per la prima volta,
i capelli che a breve sarebbero diventati rami intricati
una nuova casa
"andiamo a vivere in montagna"
"senza luce e senza gas"
"solo con i prodotti della terra"
"piantoni di mariuana e vigne"
che parlare di un lavoro,
di una casa normale,
di una famiglia,
no, non si poteva fare


...


e poi,
sentirle ora quella parole,
e sentire che dietro ci sono le stesse incertezze..
e non avere il coraggio
(nè il diritto nè la ragione)
di accompagnare sulla terra quei sogni,
ma aver paura che quel sentiero venga intrapreso...


non lo so
se essere pietra,
ma a volte non so che dire.....

domenica 14 ottobre 2007

confucio confuso

e allora..
meno quattro.


sono a casa,
e proprio non si riesce a far pensieri costuttivi
sarà l'intestino iperattivo?


solo tabacco
tensione ingovernabile


quanto dura il volo?
a quando l'impatto?

e vabbè, qualche perchè, emerge.
se fosse solo solo
forse sarebbe un po' più godibile...


 

lunedì 8 ottobre 2007

giornata speciale

semplicemente grazie
per la giornata speciale
che mi avete regalato
grazie agli stoici
ai cuochi e pasticceri e fotografi
che a volte anche la pioggia
può essere un motivo per stare più vicini
e a volte una spirale
può essere qualcosa di magnifico


2007_0808Shurava0012


per il resto le emozioni
sono meglio delle parole.....

martedì 2 ottobre 2007

cisiamo quasi...

cisiamo quasi

[tumtum.. tumtum.. tumtum..]

manca poco domani sarà l'ultimo mercoledì
c'è da fare ancora di molto
pacchi scatoloni e borsoni
zaini sacche e valige
sono ancora a zero...
buff...
me devo da da fa
ma ci siamo quasi.


per fortuna ieri mi è finito il golden virginia
ragazzi
ormai è ufficiale
il golden virginia non è più quello di una volta
non si riesce più a fumare
anzi mi fa star male.


a proposito.
se sabato c'è il sole
o perlomeno non piove
Aramolshu saluta tutti al solito parco
per versione giorno
versione sole
versione pranzo


cisiamo quasi....

venerdì 28 settembre 2007

Le zanzare di casa mia

- che a volte anche una zanzara può darti consapevolezza -


zanzara,
quella maledetta zanzara che ormai da una settimana mi molesta
mi zonza intorno alle orecchie e aivoglia a darmi schiaffoni
niente
continuava a zonzare intorno.
sotto il pail con solo in naso fuori
e lei era li, nella mia narice
e allora BANG un schiaffone sul naso
ma lei neinte.. dopo 30 secondi zonzava nuovamente.


che quando ero piccolo...
[blublublulbulbulbublulublubblu*]
le zanzare mi massacravano,
quando ancora le zanzariere erano roba per pochi
quando il caldo afoso della mia citta costirngeva alle finestre spalancate,
mio fratello dormiva alla grossa, e io a prendermi a schiaffi,
e la mattina a spiattellare quintali di polaramin che non faceva altro che rendere la mia pelle abbronzata a puà.
ma poi crescendo il mio sange avrà cambiato sapore, o la mia pelle si sarà indurita, non lo so,
ma gli zonzi delle zanzare non erano più un problema
e quando qualcuno mi diceva
"stanotte la zanzara non mi ha fatto dormire"
io gli dicevo
"devi essere forte e superiore, e pure quando ti punge non ti grattare che è peggio"


ed ora, scrafscraf, le bolle diventono rosse col centro bianco
scraf scraf, fino ad arrivare al sangue.


che alla fine dici
vabbe pungimi fammi male che io ti ignoro,
che io sono più forte
ma comunque non riesci a dormire,
con il zonzio che ti gira intorno e ti devasta ti distrugge.
e allora metti in discussione anche che il tuo sangue abbia cambiato sapore
o che la tua pelle si sia fatta più dura.


ed è tutto un gran casino e non se ne esce.
stringo i denti. e spero che questa notte,
la zanzara mi lasci in pace.
...almeno per stanotte...



* rumore tipico dei flashback..anzi dei retrolampi

lunedì 24 settembre 2007

MenevojoannÁ

Sabato fu serata speciale
sarà per i balletti pizzicosi,
sarà per le panciate,
sarà per le spinte e le botte,
sarà per le chiacchiere nel girotondo,
sarà per il buco e per la pannocchia,
sarà per il bicchiere quasi rubato,
per il maega rave,
per le prime sigarettine del cuoco....


insomma per tante cose.
per la mente libera... finalmente.
che il weekend si sa, serve a quello,
ma sabato me la sono proprio liberatA.


e poi perchè ho sentito una canzone,
che ll'ho sentita tante tante ma tante volte.
ma sabato non c'è n'è stata una meglio.


lo so CHE parlare di partire di partenze e di partite (??)
dopo un po' sFinisce.
ma volevo dire solo due-tre cosette giusto per fissarlo ai posteri:


- una vacanza è diversa da un viaggio.

-
quando il rischio non è in quel che lasci ma in quel che trovi, beh, tocca partì

-
che lo spazio e il tempo non possono essere cause di rotture di rapporti, anzi,
prendi, porta a casa e fai vedere


detto ciò vi lascio il testo della canzone di cui sopra, che ogni tanto,
pemmòchestoqquà
me la rileggo col sorriso da deficiente



MenevojoannÁ - Radici Nel Cemento


Ma dimme un pò a me chi me lo fa fà?
De stammene qua dentro a sta città
che sò du' anni che nun cambia niente ormai.
E se cambia è in peggio, che nun ce lo sai
nun ce la faccio più! Nun ce la faccio più.
Ma lo sai che c'è? E che quando tocco er fonno
me viene voglia de partì
... me viene voglia de dà 'n'occhiata ar monno
e nun me va più de stà qui
e allora prendo i miei vecchi stivali
apro l'atlante e me spuntano l'ali
decido 'n fretta dove vojo annà
se in Messico, in Cina o in Madagascar...
E la noia se ne vola via, e la tristezza se ne vola via
la paranoia se ne vola via e l'amarezza se ne vola via...
Eppoi... nun te ne parlo, mo ch'ho perso er posto de lavoro
e so du' mesi che tiro avanti ma senza decoro
e che te lo dico a fà pure la donna m'ha lasciato
e solo sò rimasto come 'n cane abbandonato
nun ce la faccio più, nun ce la faccio più...
Ma lo sai che c'è? E' che quanno tocco er fonno
me viene de partì
me viene voglia de dà 'n'occhiata ar monno sì...
e nun me và più de stà qui
e allora prendo lo zaino più grosso

ce ficco dentro tutto quello che posso
io non aspetto e mo me dò in Africa, in India e pure in Equador
e la noia se ne vola via...
Me ne vojo annà, me ne vojo annà, me ne vojo annà
lo sai che c'è? E' che quanno tocco er fonno
me viene de partì
me viene voglia de dà 'n'occhiata ar monno
e nun me và più de stà qui...
Ma poi ce penso che io nun c'ho un sòrdo,
se parto arrivo forse all'aeroporto
e allora poso i miei vecchi stivali,
chiudo l'atlante e me cascano l'ali
me sò sbajato me tocca stà qua
e l'amarezza no nun se ne va.
Però 'na canna me la vojo fà
hai visto mai quarcosa ha da cambià
un giorno er viaggio me lo faccio davvero
e mentre fumo me viene un pensiero...
Riprendo i miei vecchi stivali
riapro l'atlante e me tornano l'ali
comincio 'n viaggio con la fantasia
e l'amarezza se ne vola via...

venerdì 21 settembre 2007

Convento - abiti da(i) monaci

oggi è capitato nuovamente.
ma spero che non ricapiti per un bel po'.
e non che ora io voglia fare l'anticonformista, il rivoluzionario, il frikkettone
per quello c'ho tanto tempo e non c'ho proprio voglia di cominciare
ADESSO
è solo che, la cravatta, io, proprio non riesco a sopportarla.
la camicia, ancora ancora, anzi, ad essere sincero, la si può mettere, mi piace
ma la cravatta, proprio NO, per un po'...... no.
(di giacca se ne può parlare, di certo non oggi che fa stucazzdcald'.......)
in relazione a
questo da quando son tornato non metto più la cintura...
insomma, un po' perchè non la trovo più, un po' perche no.....


e invece ieri,
tornando dalla cena con FAVLO dagli egiziani,
piuttosto brillo,
ho sentito questa canzone, che mi ha fatto sorridere.....


e come al solito ve la propongo.... il buon vecchio edoardo...
un po' lunga ma devo dire...


grossa soddisfazione


In fila per tre


Edoardo Bennato

Presto vieni qui, ma su, non fare così,
ma non li vedi quanti altri bambini
che sono tutti come te, che stanno in fila per tre,
che sono bravi e che non piangono mai

è il primo giorno però domani ti abituerai
e ti sembrerà una cosa normale
fare la fila per tre, risponder sempre di si
e comportarti da persona civile

Vi insegnerò la morale, a recitar le preghiere,
ad amar la patria e la bandiera
noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori
e discendiamo dagli antichi Romani

E questa stufa che c'è basta appena per me
perciò smettetela di protestare
e non fate rumore, quando arriva il direttore
tutti in piedi e battete le mani

Sei già abbastanza grande, sei già abbastanza forte,
ora farò di te un vero uomo
ti insegnerò a sparare, ti insegnerò l'onore,
ti insegnerò ad ammazzare i cattivi

e sempre in fila per tre, marciate tutti con me
e ricordatevi i libri di storia
noi siamo i buoni e perciò abbiamo sempre ragione,
andiamo dritti verso la gloria

Ora sei un uomo e devi cooperare,
mettiti in fila senza protestare
e se fai il bravo ti faremo avere
un posto fisso e la promozione
e poi ricordati che devi conservare
l'integrità del nucleo familiare
firma il contratto, non farti pregare
se vuoi far parte delle persone serie

Ora che sei padrone delle tue azioni,
ora che sai prendere decisioni,
ora che sei in grado di fare le tue scelte
ed hai davanti a te tutte le strade aperte
prendi la strada giusta e non sgarrare se no
poi te ne facciamo pentire
mettiti in fila e non ti allarmare perchè
ognuno avrà la sua giusta razione

A qualche cosa devi pur rinunciare
in cambio di tutta la libertà che ti abbiamo fatto avere
perciò adesso non recriminare
mettiti in fila e torna a lavorare
e se proprio non trovi niente da fare,
non fare la vittima se ti devi sacrificare,
perché in nome del progresso della nazione,
in fondo in fondo puoi sempre emigrare

ehi ehi, ehi, avanti, ehi avanti in fila per tre...

lunedì 17 settembre 2007

(non)ritorno

di ritorno,
che di ritorni se ne parla e se n'è parlato spesso
di conseguenza non ne parlo che giassisà


parlo della sensazione di distacco invece
da c'ho che ho vissuto e sto vivendo
degli addii e degli arrivederci
ma anche li la banalità è dietro l'angolo
e non parlo neanche di questo


del futuro meglio non parlarne
delle aspettative che è necessario ignorare
per vivere le scelte di ogni giorno
con la forza che solo il libero arbitrio ci offre
che di libero arbitrio si parla
e di nient'altro..
che questo sia chiaro


e allora sto zitto
che il silenzio sarà pure banale
ma se si sorride
dietro il silenzio c'è la piazza piena di gente


e magari in silenzio
abbracciare tutti quelli che mi stanno guardando
curiosi, in attesa di sapere che sarà


sono tornato
ma ripartirò
e allora non è un vero ritorno

venerdì 14 settembre 2007

casa a sorrisi

che uno quando parte e vola via
si aspetta che il posto dove va e meglio di quello da cui parte


oppure no semplicemente uno decide di cambiare
e sa che quello che lascia e quello che prende
in fondo sono la stessa cosa
cambiano i colori suoni e sapori,
ma il bello e il brutto e`  ovunque.


Ieri, dopo una settimana di permanenza nella pensione acciuga,
Miguel ci ha parlato.
Nel senso che prima ci diceva
"Hola"
oppure
"hasta luego"

ma ieri ci ha chiesto se volessimo rimanere li per sempre
e abbiamo parlato un po'...


ieri ho parlato con la tizia di una tavola calda,
non l'ho capita tanto bene tanto che alla fine mi sono ritovato a mangiare
una insalata di uova di pesce
che uno dice
"Uova di pesce??"
ebbene si... anche se a me c'avevano fatto una frittata...
decisamente non sara´` il mio piatto preferito


Poi ho parlato con un'altra tizia
di quelle che fanno i bocadillos alla media noche
per 1 euro e 50
e mi ha parlato del mercato,
degli affitti

Ieri poi abbiamo trovato casa,
nel quartiere della Macarena..
non proprio centro ma un barrio molto tranquillo
con parecchi stranieri
(quando siamo andati a vedere la casa ci siamo presi una cervecita
in un bar li' sotto
e c'era un tizio cubano che suonava la chitarra e cantava...)

abiteremo con una ragazza di madrid
che non si depila le gambe
e che mi sembra piuttosto cazzuta
credo che ci sara´` grossa sintonia

abbiamo visto pure un'altra casa
con 4 stanze
molto carina pure quella
che mi ha fatto ricordare la casa a Piramide
...parecchio....


Mi sento sempre meno turista a Sevilla
Ora mi sento straniero... ma non turista
ed e`strano come la gente ora sorrida



 

martedì 11 settembre 2007

pensione Acciuga

e' troppo bello qua fuori
sulla terrazza della pensione acciuga


sono quasi le 7, c'e' una luce magnifica
e una campana suona lenta
a ritmi costanti


sulla terrazza dove sono affacciato
due vasche da bagno
con dentro piante enormi di marjuana
piantate cosi' e lasciate crescere,
a prendere il sole


E ora c'e' anche un venticello fresco

sentilo.....


che accarezza lieve la pelle
con il sudore ascigato, salato

Da qui, il patio della pensione, e` sotto
e noi siamo alla 3a rampa di scale
in cima a tutto, e vediamo tutto da quassu

La parete di fronte e` gialla, distratta.


Sotto una signora urla
MIGUEL! MIGUEL!
nessuno risponde, solo un campanello
che suona timido.


La lunga sisetsta sta finendo
qualcuno ancora sonnecchia
e`sabato e qui non cè`tanta voglia di lavorare
oggi sono 36 gradi, e` ottobre

e il sole oggiè`strepitoso, libero, allegro, forte,
e il cielo, ora,
sembrano occhi commossi di chi saluta,
suo malgrado,
una persona speciale.

e arriva la sera.

martedì 28 agosto 2007

ancora lui...

che Borges,
lo sanno chi mi legge e chi mi conosce,
ultimamente ricorre, spesso,
arrivando da varie fonti.


ed eccone un altra, che me lo cita,
e,
ai posteri l'ardua sentenza,
non poteva arrivare in momento più azzeccato,
anche se la Rosi,
la fonte di oggi,
avrebbe voluto non darmi ragione.


eccola...


Istanti - Borges


Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato, di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igenico.
Correrei più rischi, farei più viaggi, contemplerei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei in più fiumi.
Andrei in più luoghi dove mai sono stato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.
Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto della loro vita sensati e con profitto; certo che mi sono preso qualche momento di allegria.
Ma se potessi tornare indietro, cercherei di avere soltanto momenti buoni.
Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita, di momenti: non perdere l'adesso.
Io ero uno di quelli che mai andavano da nessuna parte senza un termometro, una borsa dell'acqua calda, un ombrello e un paracadute; se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.

Se potessi tornare a vivere comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri in calesse, guarderei più albe, e giocherei con più bambini, se mi trovassi di nuovo la vita davanti.


Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.


(NDR io ne ho 27 28... )


 


 

lunedì 27 agosto 2007

giovedì 23 agosto 2007

roso

riscontri
riprovevoli
di percezioni taciute,
interiormente vissute


orgoglio
istintivo,
eco bestiale,
darwiniane ipotesi
recepite a scaglie,
come grana,
e grane per il fegato
intatto, malandato, acido


corvacci
dal sorriso
presumiblmente amico
escogitano
dubbiosi effetti
che ignoro
e continuo ad ignorare
alla ricerca di sufficienti conferme


che chiuso in casa
isolato da germi e batteri
non è il mio presente.
del futuro
e, soprattutto,
del passato,
sogno vago

martedì 21 agosto 2007

ritorno (in mente)

eccolo il ritorno,
di color verde scuro, senza riflessi, solo ricordi....


che dormire sugli scogli fa male, solo per un po' all'inizio e solo per un po al risveglio.
che bere birra alle 10 di mattina e arrivare alle 10 di sera pesantemente torto ti fa capire che il corpo c'ha i suoi limiti.
che camminare per 15 km sui binari di un treno ti fa capire che se il treno arriva davanti lo vedi e lo scansi, ma se arriva da dietro bisogna avere le orecchie aperte.
che le stazioni, quelle isolate possono ospitare persone timide e poetiche che vorrebbero venire con te.
che i vecchi cantori sono dei saggi
che se qualcuno balla con la tua donna ti devi alzare e ribadirlo.. anche se poi ti senti uscito da un'opera di shakespeare.
che il sole sorge ad est, e la mattina, alle otto, è già caldo.
che lavarsi ad una fontana è indecente, ma se il bagno pubblico è quello di trainspotting la vado a fare al bar
che i pullman possono saltare le corse, ma se ne arriva e si ferma tu ci salti su senza pensarci.
che il cemento è duro, peggio degli scogli.
che l'autostop ti può cambiare i programmi.
che certe alghe sono scivolose e certe altre no.
che alcune rocce c'hanno le spine.
che il caffe con latte di mandorla e ghiaccio è davvero buono
che se per prendere un piatto di pesce fritto devo fare mezzora di fila, alla fine potrebbe risultare freddo.
che le polpette, le pittule e i peperoni anche freddi son buoni.
che si può ballare la pizzica fino alle 6 di mattina
che se balli con una signora di 50 anni che è più vispa di un grillo è un po' sconveniente dirle "lei è molto brava dovrebbe insegnarmi altri passi"
che farsi una canna nella strada in mezzo al macello può far girare i coglioni
che se vuoi dormire davanti a un portone assicurati che nessuno debba uscire
che davanti alle chiese c'è l'ombra la mattina
che le informazioni contrastanti possono rovinarti una mattinata.
che tra gli scogli, a volte, c'è la sabbia
che a volte ti carica chi non te l'aspetti,
che lo spezzatino sulla spiaggia ha un sapore diverso
che basta un telo per fare una canadese
che a gallipoli bastava un solo giorno
che i gay sono dei provocatori, ma non tutti
che se non sei ospite non puoi entrare, ma se chiedi un piacere a un ospite lui ti aiuta
che il mare è grande
che la citronella, se brucia, supera i 100 gradi
che se non stai bene in un posto basta spostarsi
che matriciana e salsiccia per pranzo, solo se c'è un amaca.
che se sei senza benzina, ricordati di tenere bottiglie vuote
che se cammini per strada le macchine devi avercele di fronte.
che l'inquinamento globale, beh... questa è un altra storia.
che la qualità è un valore
che se vuoi l'insalata nella puccia con gli uccelletti devi dirlo prima.
che parlare di passato con la tua donna non so se è una cosa buona.


bentornati a tutti

venerdì 3 agosto 2007

puntata prima

L’appuntamento era in un bar a sanlollo sotto lo scalo. Anche se l’orario non era proprio appropriato, erano le 6.15 di mattina, avevo una gran voglia di tramezzino al tonno e carciofini, che invece del cornetto faceva compagnia al cappuccino con spruzzata di cacao. Gloria come al solito non arrivava e così, seduto al tavolino appiccicaticcio mi sono messo a sfogliare una copia di Metro di ieri anche se già sapevo tutto quel che era successo, letto talaltro non mi ricordo su qualche altro giornali di questi che non scegli ma che prendi perché gratuiti, ignorando totalmente eventuali conseguenze su come le informazioni lette, alcune peraltro inutili, facevano volume nel bagaglio informativo celebrale. Mi sono spesso chiesto se il cervello ha spazio illimitato per le informazioni o no. Nel senso che siamo abituati a considerare le informazioni come qualcosa di intangibile (postumi di filosofie cibernetiche) ma tutti siamo consapevoli dell’effetto che ha un hard disk pieno sull’efficienza di un pc…!

Arriva Gloria sempre precisa nella sua totale noncuranza nel apparire, anche se oggi le trecce con i calzoni al ginocchio potevano riprendere immagini infantili tipo pippicalzelunghe. Chiaramente non ha spiccicato una parola se non dopo caffeamaro e cornettovuotointegrale. “che nottata di merda” dice lei come al solito “non ce la faccio più a vivere in questa città. Pure di notte c’è più casino qui che non nella notte di capodanno a Minervino”. Abituata a dormire in camere con soffitti alti quanto il cielo, il suo letto soppalcato con soffitto a portata di mano le privava di quell’aria necessaria per addormentarsi, ed era costretta a tenere spalancata la finestra anche in febbraio, e affacciandosi sul mercato a piazza vittorio, praticamente c’era pace solo dalle 9 di sera fino alle 3 di mattina. Per il resto era tutto un meltinpop di urla e bestemmie indu, senza considerare tutti gli altri rumori generati solo indirettamente da azioni umane. “ e come se non bastasse stamattina la mia vicina etiope non so che cazzo stava cucinando ma a riempito tutto il palazzo di un frittume puzzolente di cipolla che ho dovuto accendere tre sigarette di seguito per respirare qualcosa di tollerabile” e mentre diceva così sfilò da un pacchetto, comprato prima di tornare a casa il giorno prima, di MS morbide l’ennesima sigaretta della mattinata talaltro appena cominciata. Gloria fumava l’ultima sigaretta della giornata e del pacchetto prima di pranzo, e ogni mese appena apparivano i soldi sul suo conto comprava due stecche: una di MS e l’altra di Cesterfildrosse. La prima da fumare le altre le consumava durante il weekend spaccate, modificata e riarrotolata. Passare un venerdi sera con Gloria voleva dire sistematicamente arrivare a letto, alcune volte trascinandotela dietro, con le mani e coi piedi. Ma durante la settimana rimaneva pulita, solo nicotina.

Quella mattina era come al solito truccata. Ma il suo trucco era di quelli lasciati a metà quasi che passati cinque minuti già le era passata la voglia. Era comunque una ragazza stupenda. Nel senso che nel suo essere lei poteva stupirti in qualunque momento. Per uno dei suoi magnifici rarissimi sorrisi a denti bianchissimi (portava sempre con se dentifricio spazzolino e filo interdentale, e tra un po sarebbe andata al bagno per usarli, e ok per i primi due, ma per il terzo aveva quasi un ossessione, tanto che passava quasi dieci minuti, a volte anche in macchina mentre ci spostavamo da una strada all’altra, e usava una tecnica odiosa ma, credo, veramente efficace; suo padre era un dentista), o per un suo sguardo tagliente o per una qualunque delle sue frasi ad effetto che poteva veramente scuotere il papa o un porta caffe rumeno in qualche baretto fuori il raccordo. Appena conosciuta per lei si prova un misto di odio folle e amore folle, tanto è vero che chi lavorava con lei prima di me è finito per essere ossessionato da quella donnina alta poco più di un metro e cinquanta, e ora non reggeva più lo starle semplicemente vicino. Lei rimaneva quasi sempre emotivamente immobile alle reazioni che provocava alla gente intorno, e questo di certo la rendeva una donna parecchio strana. Da quando la conosceva, ed erano quasi 9 mesi, le mie attenzioni da uomo erano rivolte solo a lei, ed era una cosa che non riuscivo a spiegarmi in quanto, per la maggior parte del tempo, era una persona veramente assente e invisibile. Ma non riuscivo a togliermela dalla testa. Dormivamo spesso insieme, ma il nostro rapporto finiva lì e non credo che lei fosse in grado di viverne uno diverso. Non sapevo nulla di lei. Passavamo praticamente tutto il giorno insieme, ma l’unico argomento di cui parlavamo al di fuori di quelli lavorativi, era la murgia pugliese, i colori, i profumi, i vari paeselli, la vita quotidiana. Mai con nostalgia ne con disprezzo si metteva li e ne parlavamo e una volta, visto che lei non accennava la proposta, le dissi che mi sarebbe piaciuto visitarla, visto che non c’ero mai stato, ma lei mi rispose che non c’era nulla da visitare, la murgia o si viveva o non era nulla.

Le mancavano tre dita alla mano destra e non mi ha mai detto come era successo. Diceva solo che per fortuna le erano rimaste il pollice e l’indice, necessarie a scrivere, fumare e rullare. Lei aveva mille pseudoamanti, tutti uomini tremendamente falliti, tossici, alcolizzati, gente violenta, ma una volta mi disse, in maniera molto distratta, che si frequentava con un ragazzo appena ordinato prete. Tante volte mi diceva che saliva qualche suo amico dalle murge, e alcune volte, durante il weekend andavo a casa sua e ne conoscevo qualcuno. Una volta conobbi anche sua sorella, ma con lei era impossibile parlare. Passava massimo due giorni e poi fuggiva a Minervino. Non riusciva a capire come avesse fatto la sorella a ridursi in quello stato (quale stato?) e soprattutto come faceva a rinunciare alla sua vita di paese tranquilla e benestante preferendo lo squallore della capitale. Partendo da questo pregiudizio era improponibile tentare uno scambio di opinione e sinceramente non avevo idea di che persona fosse.

 

Entrando nel doblone (il Fiat doblo giallo oro aziendale sul quale passavamo la maggior parte delle nostre giornate) Gloria quasi contemporaneamente si accende una sigaretta e la radio sintonizzandosi su una delle stazioni che fornivano informazioni sul traffico. Con il laptop sulle gambe e la sigaretta tra le labbra Gloria effettua l’autentificazione su outlook e comincia a sbatacchiare sui tasti. “oggi si comincia dalla tiburtina..”

venerdì 20 luglio 2007

PINGPONG

come la pallina da ping pong
leggera,
rimbalzante  e baldanzosa
danzo,
senza tregua,
tra alterne ipotesi,
del mio ruolo essenza,
in attesa, di adiranza esente,
di premiare:
l'effetto più avvincente,
la schiacciata più potente,
lo scambio più frustrante.


che la volontà,
ad altrui capacità sia delegata,
di pensarci non ci tengo.


Solo,
quando in quiete,
rimango.
E della mia esistenza,
nella realtà,
non v'è più traccia.

mercoledì 11 luglio 2007

panciallaria

guardo fuori,

chè dentro,
c'è l'aria condizionata,
e non ce ne se accorge..


del caldo
del sole
della gente che suda
del sudore che scende


che a quest'ora,
circa 13 anni fa,
ero a panciallaria,
galleggiante e pigro,
sulla superficie mossa e ferma,
del cristallino mar jonio


che sì,
si stava bene,

ma bene,


anche se...
anche se...


che in fondo
se stavo bene
o se stavo male
forse non me lo ricordo


ma oggi c'è l'aria,
l'aria condizionata che,
come la libertà condizionata,
non è vera aria,
non è vera libertà.


Che l'aria ha un profumo
e questa,
bene che va
(o male che va)
PUZZA
e io,


- che il sole non può far male,
che correvo a piedi nudi sulla spiaggia,
che cercavo a ripetizione di fare un goal,
da dedicare a questa o quella -


ed io,
che a me,
che mica me l'avevano detto


"corri corri corri,
suda suda suda,
soleinfaccia soleinfaccia soleinfaccia,

panciallaria panciallaria panciallaria,
che tra circa 13 anni
la spiaggia
il sole
il mare...


- no oggi non mi va
rimango a casa a vedere i cartoni
rimango a casa che tanto il mare è sempre quello,
rimango a casa che non c'ho voglia di
sabbia, di
sole, di
mare, di
coetanei abbronzati, di..
massì, tanto a mare ci vado quando voglio
-



...telisogni...!!"


...e tanto altro ancora,

mmm che caldo... fa proprio caldo...quasi quasi...massìmassì
alzo un po' l'aria...massi...metto il deumidificatore...
ahaahhhhaaaaahhhh.. che meraviglia....

mercoledì 4 luglio 2007

ricordo

ricordo,


e dopo il ricordo,


piango


poi


sorrido


perchè, in fondo,


era solo un ricordo

sabato 23 giugno 2007

La genia della lampada

la serata fu parecchio movimentata.
il cuoco latinista, nonchè bibliotecario per passione fu il mio compagno.


egli era convinto che i libri fossero cosa viva.
lo era a tal punto che partecipò alla ripulitura di alcuni manuali della biblioteca di sociologia.
Mentre alcuni borsisti cancellavano le scritte e le sottolineature, che lo studioso di occorenza lasciava come traccia evidente del passato di quel libro, il cuoco latinista annotava tali scritte effimere su alcuni fogli che poi allegava al libro al momento della nuova archiviazione


- non posso permettere che il libro perdi, anzi perda, la sua memoria; come uomo smemorato che vivendo del solo oggi e delle sole speranze, illusioni o paure del futuro, non potrà far ricchezza dell'esperienze passate -


spinto e trendo spunto dalle sue letture metafisiche, provò un giorno, egli, a far rivivere nella realtà alcune personaggi di alcuni libri. non ci riuscì.
tali personaggi, nella loro romanzesca ed effimera essenza, non essendo mai potuto essere reali.
Il processo di "realizzazione" era, perciò, troppo contorto per verificarsi.
Vi riuscì pero di alcuni personaggi di monografie o autori di romanzi, che, della realta, ne avevano assaporato l'odore.


riuscì a far tornare, anche per un sol giorno Euclide, che passo tutto il tempo su un divano a sorseggiare martini e guardando a ripetizione  "2001 odissea nello spazio".
vi riusci con emily dickinson ma lui non parlava inglese - al oirartnoc parlava perfettamente lo spagnolo - e non ci fu un gran dialogo.
Deciseallora di far rivivere la Genia della lampada; una genia che, descritta una sua biografia, fu mandata dagli altri geni a studiare, in data recente, le abitudini degli essere umani, al fine di comprendere meglio i desideri che, in quel periodo, l'uomo cominciava a fare:


- vorrei un cellulare -
-eh?-
immaginate....


seduti su un tavolo di marmo io il cuoco e la Genia, ordinammo un fritto misto vasto, e alcune birre.
il fritto era effettivamente vasto, ma la birra poca.
ne chedemmo altre quanto quelle che man mano finivamo,
e mai vi fu un attimo in cui la birra non fosse presente in almeno uno dei nostri bicchieri.


eravamo insieme. era notte. eravamo ubriachi.


parlammo tutta la notte bevendo branca menta curiosi alquanto di quel che la Genia ci raccontava.
aveva guardato la società,
e nel tentativo di comprenderla meglio aveva studiato le teorie sociologhe che passava il mercato in quel periodo.
dubitando, ella, della pragmaticità delle stesse.


la matematica è l'esercizio per la logica
la sociologia e l'esercizio per l'etica.


tornando a casa pensai a quel che ora sto scrivendo, e mi resi conto che non avevo espresso i miei 3 desideri.

giovedì 7 giugno 2007

citazioni

"gli uomini,
riponendo la loro fiducia
in ciò che è scritto,
crederanno
di comprendere le idee,
ma così facendo
le prenderanno dal di fuori
per mezzo di segnali esterni
e non dal di dentro,
per conto proprio...

Imbottiti di presunte conoscenze
che non hanno realmente acquisito,
si riteranno capaci di giudicare tutto,
quando a rigore
non sanno nulla e,
inoltre,
saranno insopportabili,
perchè invece di essere saggi come essi suppongono,
saranno soltanto un cumulo di frasi"



(Platone, Fedro, quasi 24 secoli fa.....citato da Ortega y Gasset ne La missione del bibliotecario a sua volta citato dal cuoco latinista in una mail da lui inviatami)

lunedì 4 giugno 2007

senonceloisidice

che con Amanda ogni tanto ci si vede,
anche se non ci si ama più
(che poi
noncelosièmaidetto,
che non ci si ama più..dico)
anche se in realtà
noncelosieramaidetto
neanche
che ci si amava.


Che in fondo,
senonceloisidice,
che ci si ama,
non c'è neanche il rischio,
un giorno,
di sentirsi dire
"non ti amo più",
semplicemente perchè
nonceseloèmaidetto
che ci si ama...
o non c'è neppure il problema
di doverlo dire.


che in fondo quando una storia finisce,
non è tanto il problema di non vedersi più,
che in fondo all'assenza,
dopo un po', ci si abitua.


il problema è sapere che non c'è più nessuno
che ti considera "IL MIGLIORE AL MONDO"
o che ci si rende conto che non si è trovato quel che si cercava e,
di conseguenza,
occorre ricominciare a cercare.


questo weekend ho fatto un sacco di cose tra cui:
1. sono andato in una casa in campagna
2. ho visto le lucciole (che non le vedevo non so da quanto tempo)
3. ho visto accendere un fuoco
4. ho suonato il tamburello (e altri strumenti)
5. ho cantato una tammoriata fristail
6. ho mangiato 2/3 di kebab all'alba (KEBABALLALBA)
7. sono stato a pennabilli
8. ho visto una ragazza africana ballare
9. ho passeggiato per un paesetto di notte in mezzo a un sacco di gente
10. ho visto il mare
11. ho mangiato delle scatolette di pesce da 10 euro l'una
12. ho mangiato del tonno crudo


cacchio... un bel po di cose



martedì 22 maggio 2007

noooooooo....

quando si fa una cosa brutta ad una persona a cui ci tieni
e ce ne si rende conto,
[tipo che per un attimo tutto si ferma e in mente c'è l'eco del "porc..."]
si può star male, pensando al dispiacere provocato.
ed è un male che fa male.


ma si può star male perchè l'hai fatto.
come se tutto l'universo stesse li gridando
"nooooooooooo...."
e tu ti senti
stonato
sbagliato
disallineato
"nooooooooooo...."
e tu dici
"nooooooooooo...."
come ho fatto a fare così invece che cosà.


e ci stai male perche l'hai fatto
[o nel caso non fatto]


che poi dopo pensi a quanto l'altra persona ci può essere rimasta male.
e la sensazione di bruttobrutto aumenta ancora.


ma lo star male per la sola consapevolezza di aver sbagliato
è diversa
è più amara.

lunedì 14 maggio 2007

giovedì 10 maggio 2007

anima(ta)mente

che l'anima è mente o cuore?
pesonalmente, sono sempre più convinto..
la prima che ho scritto..

mercoledì 9 maggio 2007

Panorama

Era stata dura la scalata.
il monte,
scalato,
era diventato alla mia altezza,
e tutto il resto,
sotto di me,
era
ora,
in buona parte,
a portata del mio sguardo:
il ruscello, che lasciava intravedere sassolini e pesci grigi, ora era una linea arzigogolata di colore cielo, e l'erba, ai suoi argini erano peli verdi non tanto curati.
La mia sigaretta,
che non c'entrava nulla lissù,
era appena cominciata
e il suo fumo bianco
 saliva su,
facevadue passi
e raggiungeva le nuvole a portata di mano.
vertigini,
io,
le ho sempre avute.
più per gli altri che per me.
e insieme ad amanda,
mi girava un po la testa.
e dovevo smetterla di guardarla per rimanere in equilibrio.
sentivo i suoi sorrisi,
che silenziosi,
descrivevano le'stasi d'alta quota.
un goccio d'acqua.
giu in gola.
un tiro di sigaretta celbrativa,
e ancora acqua.
poi il rumore dello zip che si apriva.
il rumore della busta di taralli che veniva aperta.
la sua mano che,
lenta
frugava al suo interno
e che tirava fuori due zeri,
al peperoncino.
uno per lei.
uno
per me.
le sue dita
che sfioravano le mie labbra
e lasciavano cadere nella mia bocca quel grano
trito,
cotto
e impacchettato.
e il loro sapore,
di QUEI taralli,
mi saziò.
"Che bello quassu" mi disse stringendomi,
alle spalle,
in un rassicurante abbraccio.
E lo stesso panorama davanti agli occhi,
e l'unione dei nostri corpi,
era una sensazione
di quelle rassicuranti.

"Starai con me per sempre?"
"..solo se il tempo si fermasse.."
"cerchiamo di fermarlo allora"
"...che assurdità..."

E scendemmo dal monte,
io da dove eravamo saliti.
Lei
con le mani in tasca,
dall'altra parte,
scomparendo,
ancora una volta,
dalla mia vista.

"AMANDAAAAAAAAAA..."
gridai con il viso rivolto alla lenta 'acqua .
e
sorridendo,
un passo dietro l'altro
la raggiunsi
e ne seguii il corso,
fino al mare.

venerdì 27 aprile 2007

pioggia assurda

già una volta mi era capitata una cosa del genere ma questa volta, indubbiamente, non me l'aspettavo.
Camminando a gattoni, prima di imparare a parlare, urtai il mio ego contro una bambola di terracotta di quella con le braccia cicciotte e gli occhi apatici.


- Ahia! - mi fa lei con un accento strano (non sarai mica veneta anche tu???)
che io non sapevo parlare e non le ho detto niente. Ma fuori pioveva e il cuore mi batteva ll'impazzata perche io, la pioggia, ancora non l'avevo mai vista. ne sentivo il rumore, per ore, ma ancora non capivo che cosa era. Che ancora non tanto l'ho capito...


(acqua che prima sale poi si trasforma in nuvole e poi riscende... ma che sale a fare... e che scende a fare?)


E vidi un fulmine proprio li, in un pezzo di cielo in mezzo al blu, che ora era più grigio che blu, ma che l'ultima volta era blu intenso. E insomma...


- Ahia! - mi fa nuovamente la bambola di terracotta, ancora li ferma immobili con gli occhi apatici. Io che cercavo di arrampicarmi sulla sedia a dondolo in vimini, che da lassù, ci avrei giurato, il panorama è migliore, riflettevo sul significato di quel suono


-Ahia! - mi rifa.. e a quel punto decido che non è il caso di assecondarla. barlume di idee, ancora, non ne avevo e perciò l'ho ignorata e basta... dovevo guardare la pioggia.


tutto accadde in pochi secondi. La bambola di terracotta si alza raccoglie da terra una di quelle scatolette che si trovavano nei tegolini del mulino bianco con dentro i giochini e me la scaglia addosso...


subito dopo spicca un salto fortissimo e atterra sulla sedia a dondolo, oscilla un po' e poi ritorna ferma immobile ad ascoltare la pioggia.


- quella è la mia sedia..- avrei detto io, se fossi stato in grado di parlare.


ma taqui... e rimanemmo, in silenzio, a guardare la pioggia cadere.

nulla,

è solo bisogno di qualcosa che non so...

lunedì 23 aprile 2007

aprl'uecchi'

maddechè maddechè maddechè
che qua si precipita nei peggiori incubi,
chiaramente quelli di uno studente
(attualmente ex)  
fuori sede,
chiaramente rivoluzionario,
(con duemila rivoluzioni nella mente)
e innamorato di tutto..

e manco ce ne si accorge

aprire gli occhi
spalancare le orecchie
costruire, personalmente,
e sotto la propria responsabilità,
LA PROPRIA VITA

Uscire fuori e percepire quelchec'è!


se non va bene,
che se la vita proprio non va
e proprio non ce la si fa
e l'unica voglia è di fare un bel tuffo dal balcone..
beh..
cambiala la vita
CAMBIALA!!!
(...che siamo sempre in tempo...)

venerdì 20 aprile 2007

Satura

...che a volte Montale riappare...
...vedi Ladaina...

...vedi cuoco bibliotecario e consorte...

-

-

-







Accade
che le affinità d'anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. È raro
ma accade.

Può darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
più del fresco germoglio. Tanto e altro
può darsi o dirsi.

Comprendo
la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perché solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.

Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.

Era o non era
la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era.

Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza è una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.


(Eugenio Montale, Satura II)

giovedì 19 aprile 2007

qui non prende

sopra un monte,
lento il tempo, qui non c'è,
da ombrate vetrate s'intravedono prati,
rivoli di luce impolverata
infiltrata tra strisce lunghe,
tende.


tende il mio pensiero,
di sfuggita e clandestino,
a percepir con solo immago,
a recepir intenzioni sordi e muti.


mutilati concetti,
stretti ai lati da dolori cervicali,
crescono e sono uccisi,
precisi nella loro nulla essenza.


e senza contenuto alla tecnica affidati,
ignorano informazioni e dati,
concentrati, si fa per dire,
a distruggere speranze.
stanze vuote, echi e nenie
a contar le tacche,
da tempo inesistente assenti
spenti gli alambicchi,
quassu,
lontanto da poveri e ricchi,
niente di meglio che un buon caffè.

venerdì 13 aprile 2007

mattina

i boccali di birra
si alternavano
ai caffelatte
noi,
quasi estranei al fatto di consumarli,
conversavamo amabilmente


citato a memoria
mezzo sbronzo, 
iersera
dal cuoco bibliotecario,  


da Cronache di Bustos Domeq


di J.L. Borges e A. Bioy Casares

giovedì 12 aprile 2007

deliri di mare

luna
riflettiti da sola stasera.
che io

li ho finiti i pensieri per te.
che star qui a guardarti tutta la notte
e la mattina, al risveglio
non trovarti più
non potrà durare in eterno

luna
riflettiti da sola stasera
che la gente non capisce
che mi vede agitato e mi guarda
e pensa ai suoi problemi e non sa
che forse parlerei anche io se qualcuno mi ascoltasse

luna
riflettiti da sola stasera
e forse
finalmente
ti accorgerai di me

(grazie a Favlo per l'ispirazione)




 

giovedì 5 aprile 2007

per caso

Che quando ad un certo punto della strada,
con gli occhi ancora appiccicaticci e lucidi di sogni,


che no oggi proprio per un po' non voglio sentire parole senza musica
che c'è sempre un pochino di succo di limone che scorre di dentro


ti ricordi che nella raccolta MP3 da 16GByte con dentro tutto quello che t'è passato per la testa l'altra sera mentre scaricavi, c'era quella canzone... com'è che si chiamava? che mi sa che era pure la colonna sonora di qualche film... il file cominciava con TARM... massì tre allegri ragazzi morti... che gli hai sentiti alla radio e te li sei scaricati... ma non è che ti hanno convinto... però quel pezzo...


Il mondo prima che arrivassi te
(tre allegri ragazzi morti)


Era bello vedere che il verde ritorna e che si svegliano i ghiri
era bello sapere che dopo l'inverno la voglia ritorna anche a te
(che dopo l'ultimo post tristetristetriste c'era bisogno di primavera)

era bello sapere che solo d'estate come gli insetti sui fiori
era bello vedere i capelli bruciare e cambiare colore
era bello vederti nuotare andare in fondo per poi risalire
era bello star svegli la notte e tutto il giorno dormire
(che 'ste quattro frasi... che belle..)

il mondo prima che arrivassi te
(che in realtà non l'ho capito il ritornello)

era bello cadere d'autunno sopra le foglie come le foglie
era bello sentirti cantare giù per le scale
era bello vederti ballare
era bello, era bello

il mondo prima che arrivassi te

era bello il cielo d'inverno come i tuoi denti
era bello sentire le tue mani fredde cercare qualcosa di me
era bello i tuoi piedi sopra le cosce
un po’ come fossimo in moto
ma distesi sul letto mio fresco
quasi come guidassi tu
(bella immagine)



e allora poi mi sono ascoltato anche gli altri pezzi...
e alla fine devo dire
Sarà stato un grosso caso averli scaricati...
...che però se non li avessi scaricati,
oggi il mio sorriso sarebbe stato diverso

lunedì 2 aprile 2007

afarpallonicollabocca

masticando,
incessantemente,
la solita verità gommosa
inutile,
tralaltro,
afarpallonicollabocca,
percepiva (anche lui),
il non più giovane contrabbandiere di sogni,
che se il mondo fosse stato tutto sotto quella coperta a quadri,
sarebbe stato un mondo bellissimo.
E il sapore amaro, e la parola amore, fanno, quasi, lo stesso rumore.
E la puzza di fumo che era rimasta incastrata aldiqua della finestra,
puzza di tabacco e di ashish,
ritornava,
alzando la testa fuori dal mondo,
a profumare le ore più belle.

E il rumore,
lento,
della porta che si apre.
chi potrà maiessere a questora?
cosa vuole?

che certe cose,
forse,
non dovrebbero essere fatte.
che per certe cose bisogna essere molto forti,
che se non lo sai proprio fare la parte di quello forte
rischi,
e attento,
perchè rischi di brutto.

che per esser scemi,
non basta la vocazione.
perchè a far gli scemi non si ottiene niente,
perchè a far gli scemi,
il culo,
ce lo devi avere, sempre, coperto.
che a parlare di futuro, quando fuori piove, non conviene, che a certe domande, la risposta, cambia sempre.
che sì,
lontani da casa,
forse,
si sta meglio


 

mercoledì 28 marzo 2007

Le cinque pietre

- Incipit



Euclide, o chi per lui, circa 300 anni prima di Cristo, tirò dalla tasca cinque pietre, le pose al suolo e su di esse costruì un linguaggio, quello della ragione. Quei cinque sassi furono chiamati i "5 postulati della geomatria euclidea". Erano tanti anni fa. Euclide li applicò, vide che funzionavano, traendo spesso fondamentali conclusioni sulla realtà che lo circondava. Non fu il solo ad accorgersi di questo ma, appoggiandosi su di essi, altri uomini riuscirono a trovare sempre più similitudini tra la logica che tale geometria conteneva, e come la natura si comportava. Furono studiate le leggi del moto sulla terra e, confutando altri tipi di postulati, come quelli della religione, arrivarono a descrivere il moto dei corpi celesti con discreta precisione. Su quei cinque sassi furono costruiti ponti, case e chiese. Passarono gli anni.



-la verità va in crisi



Arriviamo al primo quarto del diciannovesimo secolo e, quasi contemporaneamente, un ungherese ed un russo, Bolyai e Lobacevskij, stabilirono irrefutabilmente che la dimostrazione, attraverso gli altri quattro, del quinto postulato di Euclide, quello che convinceva di meno e che diceva che "dati un punto e una retta esiste una e una sola retta passante per il punto e parallela a la retta data", è impossibile. La loro idea era che, se si fosse sostituito tale assioma con il suo inverso, la geometria ottenuta avrebbe avuto delle contraddizioni logiche al suo interno; ciò avrebbe dimostrato l'esattezza del quinto postulato. Ora accadde che Lobacevskij assunse che per un punto passassero due rette parallele a quella data. Ciò che ottenne fu una nuova geometria, perfettamente coerente e altrettanto armoniosa, quanto quella euclidea. Ora le incrollabili verità scientifiche erano due e ben presto sarebbe arrivato Riemann che "postulava" che per quel famoso punto non ne passasse nemmeno una!



-ma che significa?



Secondo Riemann, anche il primo postulato era "relativo". Per due punti non sempre passa una sola retta. Questa nuova geometria stimolò tante menti e con la sua teoria della relatività, Heinstein sostenne che questa descriveva meglio ciò che accadeva nel mondo in cui viviamo.


Tuttavia i ponti continuavano a collegare gli argini di un fiume e enormi cattedrali costruite secoli prima rimanevano in piedi con dentro i misteri della religione. Chiaramente non si trattava di fortuna o spirito santo ma era chiaro che nelle attività umane di tutti quei secoli i risultati "approssimati" che la geometria euclidea forniva erano utili allo scopo. In realtà le diverse superfici sulle quali le rette e le figure di queste geometrie si poggiavano creavano la negazione. Euclide poggiava tutto su un piano, Riemann su una ellissi. Dalla differenza di "supporto" nasceva l'incompatibilità.



-la verità non è unica



Le verità scientifica, il punto di vista oggettivo del big brother Euclide era uno tra infiniti altri punti di vista altrettanto veri. Ma tante verità incoerenti generano incomprensione e al limite, il caos.


Come definire il vero moto di una particella se due geometrie diverse rispondono due verità diverse. Quale delle due è l'"originale". La risposta potrebbe essere tutte e due. O nessuna delle due, magari una terza. Oppure nessuna. Ogni geometria usa postulati diversi, e descrive lo stesso fenomeno in due maniere diverse.



-Quale scegliere?



|(...) In francese, la parola conception traduce, in modo imperfetto , l'anglosassone design (...) In italiano si usa tradurre la parola inglese con progetto o progettazione che in francese tradurremmo meglio con projection. |


Questa frase di Le Moigne, fornisce una via alternativa.


Scontando la buona fede di Euclide, egli fondò la sua geometria, osservando la realtà. Egli doveva essere un osservatore molto attento per riuscire, primo trai noti, a descrivere in maniera così "oggettiva" e coerente ciò che poteva accadere intorno a se. Egli osservava con gli occhi, toccava con mano, faceva esperimenti su carta e nella realtà. Si potrebbe immaginare un team di collaboratori che lo aiutavano. O addirittura essere Euclide uno pseudonimo per un gruppo di persone. Con un obiettivo: trovare un modello che potesse aiutarli a comprendere, concepire e prevedere quello che sarebbe potuto succedere, per progettare razionalmente. Forse a quel tempo non era molto approfondito il concetto di modello, e quella geometria parve l'unico linguaggio che la natura parlava. Si potrebbe immaginare Euclide project manager  con obiettivo capire ciò che accadeva nella realtà geometrica. Ciò che aveva trovato fu solo un possibile interprete, più o meno capace, tra l'uomo e la natura. E come era la realtà che circondava Euclide? La sua geometria non parlava la lingua della realtà "sociale", ma di quella delle forme e degli spazi. Ma gli spazi che euclide analizzava erano limitati, non troppo grandi su un pianeta terra che aveva tutta l'aria di essere piatto...


Effettivamente il modello che Euclide elaborò, era perfettamente adeguato alle richieste di quel tempo. Occorreva misurare campi, che potevano essere approssimati a piani, se non essere proprio piani nella mente di Euclide. Magari, se già allora si fosse intuito che la terra non fosse stata piatta ma ellittica, Euclide non avrebbe affermato che rette parallele non si incontrano mai.


Oggi la geometria di Riemann è servita a spiegare lo sdoppiamento dell'immagine del quasar e a mostrare come alcuni fenomeni, iper-complicati nella descrizione euclidea, possono essere spiegati in maniera più "semplice".


L'utilizzo di geometrie non planari è servito per progettare il sistema informativo di robot mandati ad esplorare marte ad esempio per calcolare percorsi minimi su superfici certamente non planari.



-L' orbita di marte



Per Keplero l'obiettivo era descrivere il complicatissimo problema dell'orbita di marte. Keplero studiò ciò che c'era da sapere sull'argomento, si fece regalare uno strumento che gli permettesse di dare un'occhiata lassù e cominciò a scrivere. A fare calcoli. E ancora calcoli. Pare novecento fogli. Tutti quei libri che aveva studiato, e il contatto visivo con quel corpo fornivano una descrizione complicatissima di tale orbita. L'epicicloide ottenuta non convinse del tutto keplero che mischiò un po' le carte e, mettendo in discussione i soliti dogmi della sua società, mostrò il reale posizionamento dei corpi celesti e le meraviglie armoniche espresse dal loro  movimento ellittico. Keplero aveva creato una nuova realtà astronomica? No, aveva solo trovato un modello che fosse più utile al suo scopo. Più utile perchè riduceva la complessità del problema



-L'ermetismo dei problemi



Keplero diceva la verità? La sua verità era pari a quella che la Chiesa, già smentita da Copernico, aveva fornito per tanti secoli, difendendola fino all'estremo? Il modello che la Chiesa forniva insieme ad altri dogmi che "modellizzavano" l'esistenza umana, permise per tanti anni di infondere coraggio a popolazioni oppresse dalla fame e dalla povertà. Nonostante tutto il dolore che la realtà provocava, l'uomo rimaneva la creatura preferita da Dio, posta al centro dell'universo. Le orbite circolari erano quelle che esprimevano la pefezione divina della natura, e gli uomini sofferenti andavano avanti con l'unica speranza di arrivare in paradiso. Tale modello era "l'oppio" della societa che riusciva ad andare avanti con progressi esponenziali. Se Keplero fosse trasportato ai nostri giorni dopo una crisi dovuta alla distruzione delle sue verità (forse penserebbe che il diavolo ha preso il posto di Dio) si rilasserebbe in una vasca idromassaggio gustandosi un martini guardandosi "2001 odissea nello spazio!"


La complessità di un problema sembra non essere dunque una proprietà intrinseca dello stesso, ma una caratteristica che gli viene associata nell'istante in cui un generico osservatore crea un modello da applicare alla realtà del problema per concepire il suo presunto funzionamento. Due modelli diversi associano al problema due complessità differenti.


Ma scegliere il modello con complessita inferiore cosa implica?


E come misurare la complessità che il modello associa al problema? Per keplero, la risposta a questa domanda stava nei 900 fogli di calcolo.


Ma è stata un interpretazione sì pragmatica, ma non generalizzabile.

mercoledì 14 marzo 2007

Sobrietà

e io,
che da sempre punto all'essenzialità,
che avrei voluto un blog unpopiusobrio
[con accenti un po' qua un po' llà]
mi ritrovo questo.


mi adagio sul pensiero
che si tratta di sperimentazione
dettata dall'insoddisfazione


e allora.


Cerco un nuovo linguaggio


perchè il blog


secondo me


è 'na svorta
[come direbbero a Berlino]


ps. CI PENSO E CI LAVORO SU

lunedì 12 marzo 2007

caffè Veneto

che alla fine ieri ci sono andato a prendere un caffè con l'Amanda. che era da tempo che non ci parlavo, ma non so perchè ma tuttuntratto m'è parso che il suo accento fosse Veneto.


Che è sempre difficile decidere di andare a prendere un caffè con una donna.


Mi hanno detto un giorno che a Tirana [sembra lontana ma tra Tirana e Taranto ci sono meno chilometri che tra Agrigento e Bardonecchio, che non è in Veneto ma è lontano uguale] se un uomo e una donna vanno a prendere un caffe insieme è una sorta di promessa di matrimonio.


Che non sai mai se lei ci sta provando, se lei pensa che tu ci stia provando.


perchè andarsi a prendere un caffè secondo me è una bella mossa se una ti piace. Abbastanza intimo e con infinite destini successivi.

[destino 1. dopo il caffe parte l'amaro e poi un altro amaro e poi chissà]
[destino 2. Lei: "si è fatta una certa, ho da fare"]
[destino 3. Lui: "c'è una libreria qua dietro andiamo a dare un occhiata"]
[destino 4. Lui: "Io abito proprio qui dietro è un mio amico mi ha spedito delle cose da amsterdam....se ti può interessare.."]
[destino 5. Lei:"a me il caffe mi eccita" Lui "in che senso?"]
[destino 6. Lei:"mi ha fatto piacere conoscerti. il mio ragazzo è qui fuori. sentiamoci"]


Ora.
Il problema è che, come ben sapete, Amanda non esiste, o meglio non esiste più. prima esisteva.
Ora non più.
Questo vuol dire che potevo anche provarci, ma non è questo il motivo per cui vai a prendere un caffè con una che non esiste più. Sarebbe come darsi una zappa sui piedi.
Però è stata lei a chiamarmi. ed io credo che ad Amanda non le riuscirò mai a dire di No
.


Ora.
Ero al bar serbo vicino lo scalo S.Lorenzo, e mi ero preso apposta un pomeriggio libero dal negozio di cioccolatini, il mio nuovo lavoro.

ero seduto al bancone, perchè a me la gente seduta ai tavolini da sola, mi mette un po' tristezza. allora ero seduto sullo sgabello, da solo, ma al bancone, sorseggiando una deliziosa Grappa al Montenegro, in uno di quei bicchieri col fondo pesante e con la linea per indicare fino a quando versare, ma che nei bar che piacciono a noi quella linea si sa, si deve superare. Era il bar sbagliato, lo sapevo, ma ero in anticipo di tre quarti d'ora.
Quando mancava solo un quarto d'ora mi arriva il suo messaggio.


"sono in ritardo, anzi non so se riesco a venire. Ma devo parlarti"


telefono scarico. in tutti i sensi. e mi crepa lì.
esco fuori e mi fumo una sigaretta. poi mi ricordo che sto smettendo e dopo 3 tiri la getto. e aspetto che mi venga una idea. Ma l'idea non arriva. E me ne torno a casa.


lei sa dove abito.


Metto su la bialettiakiazze per il cappuccino. alzo gli occhi.
sento un rumore.
Lei è qui.
a piedi scalzi entra in cucina. e si siede.


"Forse è arrivato il momento che tu mi restituisca le chiavi non credi?" le dico io.


e abbiamo preso il caffé.
in fondo non è male questo accento Veneto.

giovedì 8 marzo 2007

buio

sarebbe anche ora di spegnere la luce.
giusto per un po'.
giusto il tempo per riposarmi.
ed è inutile che continui a versare acqua in un bicchiere già colmo.
l'acqua la devi bere.
smettila di versare.


che poi fa anche un po freddo.
Si lo so che l'inverno quasi non sìè fatto vivo questanno
ma io la mattina,
quando apro gli occhi,
non ce la faccio proprio ad uscire da sotto le coperte.


una bella doccia calda.
ad occhi chiusi,
con il getto sulle spalle.
e rimanere lì a riprendere forma.


se chiama qualcuno non ci sono.
di pure che sono morto,
e che la richiamo io.


che la gente sa dove vuole andare.
ma dopo un paio di passi cambia idea.
e allora smetto di guardarti,
se ti da fastidio.
anche se poi,
in fondo,
non ti ho guardato mai.
e se pensi che il mio sorriso sia un difetto di fabbrica,
beh non credo di essere un pezzo unico.


che se ad un certo punto lo capisci qual'è il problema
e ti chiedi "basterà?"
stai attento
la mediocrità ti annulla

martedì 6 marzo 2007

cinque giorni

che ieri poi ho visto Amanda.
Insogno, però, che mica esiste Amanda.
che mi ha detto, "come stai" e io "bene" e lei "lo sai che non puoi essere felice per più di cinque giorni di seguito", e dicendo così arrotolava, con le sue manine lisce e le unghia mozzicate, una cordoncino di spago intorno ad una trottola col la punta di ferro.


e quando ho aperto gli occhi, che ancora non sapevo che la tapparella era alzata, la luce mi ha supito abbagliato e allora li ho richiusi.


E lei era ancora li, ferma ad aspettarmi. "ma non sono un po' pochini cinque giorni?" le ho chiesto io accarezzandomi la barba. E lei che guardava serena la trottola che girava tuttaintorno al proprio asse mi risponde "che non ti basta?". a quel punto ha cominciato a girare pure lei sul proprio asse e la sua gonna tuttepieghe si alzava e io non avevo il coraggio di guardar di sotto, perchè io Amanda non l'avevo mai vista nuda. E siccome le sue gambe sono bellissime, ho subito chiuso gli occhi e lei mi ha detto "puoi guardare..."


ho riaperto gli occhi e c'era un moscone che sul soffitto mi guardava da su a giù. e chissa cosa c'aveva da guardare. E c'erà pure un bel profumo di ragù che veniva dalla cucina, tipo il ragù che faceva Amanda quando esisteva.


"cinque giorni, non di più" mi ha ripetuto lei con la gonna ferma che non svolazzava più. si era seduta per terra con le gambe incrociate e la gonna poggiata così, distrattamente. "non si può mica essere felici sempre..." le ho risposto io. "Beh sarebbe bello, ma per più di cinque giorni di seguito proprio non si può..."


Quando mi sono alzato e mi sono dimenticato questo sogno, ero felice, perchè di lì c'era il ragù, e per un attimo ho pure sperato che ci fosse lei.

mercoledì 28 febbraio 2007

volevo lasciarti [questo commento...]

[visto che non scrivi tu scrivo io]
è una lotta.
ma di quelle dure.
me contro me stesso.
c'ho voglia,
ma non voglio.
[devoresisteredevoresisteredevoresistere]
perchè se lo faccio poi,
[giassòdovenandrò]
so che me ne pento.


ma quanto durerò ancora?
quanto ancora?
[resistiresistiresisti]


ma chi me l'ha fatta fare a cominciare?
che cominciare è difficile
[è vero, è difficile]
ma ricominciare è ancora più difficile
[non è vero, è più facile]


e allora perchè barcollo
[perchè sono ubriaco, non percepisci il mio alitoetilico?]?
perchè ci ritorno
[tutto torna]?


un altro bicchiere
e tutto scorderò


garsòn!


[ogni riferimento a


paranoie,


statodanimo,


stordimento,


paura


è puramente,


ed eventualmente,


casuale]

precipit[oso?]

precipitoso
oggi mi sento
decisamente
precipitoso
nel senso che
volentieri
e con costante lentezza
[anche se le leggi del moto me lo impedirebbero]
precipiterei
ad occhi chiusi
a braccia aperte
con bocca sorridente


chiaramente senza schiantarmi al suolo
[che non sarebbe carino nei confronti del suolo]


magari rimbalzando
per ritrovarmi chissàddove
ad incontrare gente
a passeggiar per vicoli sconosciuti
magari in un posto al sole
[che non sia su rai3, s'intende]


o magari bucandolo il suolo
[tranquillo suolo, si fa per dire]
e ritrovarmi dall'altra parte del mondo
[che poi se il mondo fosse piatto ci sarebbe comunque la legge di gravità..?]
che poi quando si pensava che il mondo era piatto
mi sa che sotto non c'era un vero e proprio mondo vero?
magari c'era un'altra
tipo
dimensione
embè io là volevo stare oggi,
appeso da qualche parte
e poi lasciarmi andare
e precipitare
[nel caso la gravità non avesse cambiato verso]
nuovamente
in quello che ci sarebbe
[se il mondo fosse stato piatto]
li di sotto...
che chissa se sotto sotto
ci sarebbe stato un altro suolo...




...ad aspettarmi...



martedì 27 febbraio 2007

mista[ke?]

c'è sempre grossa soddisfazione
nello spa sbah sbagk sbagliare.
intendo quando si sbaglia e si è convinti di aver ragione.
e si pensa
"non c'è ombra di dubbio... sono gli altri che sbagliano"
e continui a percorrere la stessa strada.
e continui a fare lo stesso errore.
e continui a pensare che siano gli altri a sbagliare.


poi ad un certo punto il gioco svanisce.
il folletto dell'ignoranza tira fuori,
dal suo sacchetto con le stelline,
la verità.
un pezzetto alla volta.
piano piano piano.


e tu
piano piano piano
cominci a raccogliere i pezzi.
e anche quando mettendo insieme i pezzi leggi la scritta.
"hai sbagliato",
tu continui a pensare
"non c'è ombra di dubbio... sono gli altri che sbagliano"


e allora vai da Dio e gli dici.
"Dio,
io non ci posso fare niente,
sono gli altri che sbagliano"


e Dio,
sotto i suoi baffoni belli sorride e ti sbuffa la nuvola dell'umiltà,


che ti colpisce in piena faccia..
ti si appanna per un attimo la vista, un colpo di tosse e poi tutto torna chiaro,
i muscoli si rilassano
e a quel punto dici
ok..
...
ricomincio

lunedì 26 febbraio 2007

Marea

facciamo che ti amo
facciamo che me ne frego e ti amo
facciamo che anche se tu non lo sai se mi ami, io ti amo
e ora?
che succede?..
o meglio
cosa dovrebbe succedere?


facciamo che non te l'ho detto che ti amo
[che in fondo non te l'ho detto]
allora
facciamo che non me lo sono detto che ti amo..
facciamo che ci amiamo ma non ce lo diciamo
va meglio?


facciamo che quando ti guardo così [] significa che ti amo
facciamo che dopo che dici una cosa e io sto zitto e respiro vuol dire che ti amo


[però non ti addormentare..no..non farlo...noooooooooo]


Allora facciamo che se tu dormi e io ti guardo così [] e sto zitto vuol dire che ti amo
si, mi sembra la soluzione migliore


[...come ti chiami scusa... che non mi ricordo...]