venerdì 29 dicembre 2006

volevo beirut

volevo solo leccarti la faccia


per gustare, lenta, la tua bellezza


solo il tempo necessario per saziarmi di te


per non venire più a cercarti.


ma basta che tu ti nasconda


ed io, ancòra, avrò fame.


 

giovedì 21 dicembre 2006

La destinazione la sceglie Dio,


ma la strada per raggiungerla la scelgo io!

martedì 19 dicembre 2006

violino sulla metro

mi affrettai a rincorrere il tempo che fuggiva via e mi sentivo come un onda che sorregge e rincorre la tavola di legno caramellato che appiccicaticcia sfugge; e più si ingrossa e più la tavola corre, e si ferma solo quando si placa.


maledetti lacci, che allacciarli e la cosa che prima si impara nel manuale del conformismo, ma che proprio quando ti serve far in fretta l'orecchio del topo ti scappadasotto e pum, quei 5 secondi sembrano e saranno fondamentali.


mi scapicollai per le scale e per un pelo riusci a schivare la pulisciscala bulgara, laureata di economia, che con la solita graziosa fossetta sulla sinistra del sorriso mi augurò una buona giornata.


arrivai al bar, che oggi c'avevo proprio voglia di un bel cappuccino schiumoso e cacaoso, con una soccottino caldocaldo con le palline di cioccolato, e quel profumo.. dio il profumo di briosh che ti entra e ti striscia e si diffonde nel polmone e forse anche nello stomaco; come nell'ascensore quando entra lei, con quel profumo di buono che è perfetto per quel momento per quel luogo e il respiro, indugiando, smette di essere sopravvivenza per qualche attimo, per essere solo piacere.


per strada il ritmo dei miei passi era scandito da percussioni latine e il sole picchiettava,  sul mio viso ad occhi chiusi ancora contratto, come fitte e sottili gocce di pioggia, e mi immaginavo tanti piccoli fotoni kamikaze piccinipicciò, che clorofillanti mi donavano un piacevole benessere.


ma che ore erano? e soprattutto perche andavo di fretta? ah già, il sogno..quel sogno.
ma avevo davvero voglio di incontrarla? il folletto mi aveva messo in guardia, unir le dimensioni può portar sconvolgimenti imprevisti.
Ma questa storia doveva essere capita, e io ancora avevo le idee confuse.


Sulla metro il violinista mi continuava a fissare, suonando una struggente melodia latrante sofferenza. Ma il suo viso sorrideva, quasi incurante dell'effetto che le note potevano suscitare.
Due anziani sorridenti si alzarono dalle loro seggiole arancioni e circondati dal suono lontano si abbracciarono e cominciarono a ballare nello spazio centrale, e la metro rallentò e non ci furono più scossoni.
Un ragazzo con i capelli lunghi e scuri invitò a ballare una signorina che era ragazza un attimo fa, una maestra che faceva supplenze elementari in una scuola dell'eur, e che fino a due minuti prima parlava con una signora di quanto questi zingari fossero inutili e puzzano pure.
Ma lo sguardo del ragazzo era dolce e caldo e lei accettò. e in brave tutti danzavano e volteggiavano, con sorrisi e abbracci sinceri. e lo tzigano si meravigliò e continuò a suonare e suonare e suonare.


Ero l'unico rimasto seduto e picchiettavo con le dita sul osso per reggersi cercando di tenere il tempo, con gli occhi un poco lucidi. E lei era lì. seduta dalla parte opposta del binario, con lo sguardo fisso a terra, e la faccia scura.
Perchè sei triste Amanda?
Mi alzai. il treno accellerò di colpo e tutti finirono uno sull'altro. quando la situazione si ristabilì, naturalmente, lei non c'era più.


 


 

lunedì 18 dicembre 2006

egocentrici riflessi

sgretolo pensieri
e le ceneri spargo nel tempo
insoddisfatto, mi consola il vento
per il conto di quel che consumai ieri


spirali disegnate sul portone
fenomeni che cambiano colore
la quarta dimensione ha sbagliato nome e mi confonde


così vicini
occhi che mi guardano
io guardo me
così lontano


rumorosamente...

lunedì 11 dicembre 2006

un attimo

rotolando su una mezza luna
dondolo e rallento
sono la notte che scorre
senza pormi alcun pensiero nuovo


chiudo gli occhi e li riapro
faccio finta di sognare,
ma l'aurora so che ci sarà
tutto sta nel non guardare


senza musica senza rumore
continuo il mio abbraccio
se sei fredda io sarò fuoco
se sei fuoco arderò di te


non ti chiederò se mi ami
e nè io te lo dirò mai
forse sognando al telefono il futuro
che non importa se ci sarà


esisto ora?

giovedì 7 dicembre 2006

che vuol dire?

Più il


filo


è lungo,


più l'


aquilone


vola in


alto...


(Bacio perugina, oggi)

mercoledì 6 dicembre 2006


Senza eta'
il vento soffia la
sua immagine
nel vetro
dietro il bar
gocce di pioggia
bufere d'amore
ogni cosa passa e lascia


Scivola,
scivola vai via
non te ne andare
scivola,
scivola vai via
via da me


Canzoni e poesie
pugnali e parole
i tuoi ricordi
sono vecchi ormai
e i sogni di notte
che chiedono amore
cadono al mattino
senza te
cammina da solo
urlando ai lampioni
non resta che cantare ancora


Scivola,
scivola vai via
non te ne andare
scivola,
scivola vai via
via da me


(Vinicio, scivola vai via)


Un immagine mi è venuta in mente ieri ascoltando questo pezzo
nella versione sgraffia e sanguinosa di live in volvo.
L'immagine era una donna con unghia di ghiaccio che percorreva
un declino ghiacciato..scivolando via..nonostate il graffio ghiaccioghiaccio


Il ghiaccio scivola sul ghiaccio.


forse semplicemente bisogna tenere la testa impegnata
e non concentrarsi.. non focalizzarsi.. far finta di niente.
distaccato si sta meglio. e quando ci sarà bisogno di coivolgersi beh,
sara un bagno di fuoco, che per il ghiaccio, non vuol dire altro che sciogliersi.


una volta parlando con un mio amico (ok era un monologo)
mi chiedevo se la felicità fosse per tutti.
c'è gente realizzata a starci male male ma male.
e non è capace di gestirla la felicità,
che dietro la felicità si nasconde sempre qualcosa, che non sono cereali..
qualè il problema di questa verità?
la pesantezza.
che uccide l'ironia,
che alimenta il vittimismo,
che trasforma il cinismo da commedia in pessimismo da tragedia.


E allora distraiamo le nostre menti e non ci pensiamo.
Gli americani per esempio, c'hanno tutte ste commedie senza pensieri, questi film violenti senza capo ne coda, queste trame autocontenute che cominciano finiscono e te ne dimentichi.


Per esempio ieri ho visto "50 volte il primo bacio",
l'avevo già visto è c'ho pure la soundtreck(;-)


un film che il cuoco bibliotecario ha definito non credibile.
ma alla fine un bel lieto fine e per due ore non si è pensato.


lo dice sempre mia nonna:
"pensa e ripensa e nel pensar divenne pazzo!"