giovedì 19 ottobre 2006

Dolci risvegli

Sveglia alle ore 13.45. In realtà avevo aperto gli occhi quasi alle otto e tre quarti, quando Amanda, la mia odiosamata ha lanciato un urlo tanzaniano causa precipitazione della bialettiakiazze con allegata discreta quantità di latteecaffe cappuccinato sui suoi piedini che nonostante il nero strato di sporco del suolo lei continua a portare senza alcun tipo di copertura. E con gli occhi pieni di lacrime e lasciandosi dietro il viscido ricordo della colazione andata (a far compagnia con le pedate marchiate adidas che disordinate decoravano le piastrelle exbianke del corridoio cucina-salone) apre la porta. Io faccio finta di avere il sonno pesante. Lei mi guarda, lo so che mi guarda anche se ho gli occhi chiusi e la faccia girata verso il muro. Sento il peso dei suoi occhi sul mio cranio girato e scompigliato.


Chefarechefarechefare…ok fai l’uomo.


Mi rotolo su un fianco tipo WRUSTEL su piastra. Accenno uno stiracchiamento tipo gattonepigro. Tipico movimento della bocca al fine di risvegliare le ghiandole salivari. Occhiodestrochiuso. Occhiosinistroaperto.


“cè success?” chiedo allora con voce strozzata.


Mi racconta l’evento che ha generato l’urlo


Scenario. Lei deve uscire. Lezione di qualcosa che ha a che fare con gli animali (studia veterinaria) e con i farmaci (mi ha parlato di cefalosporine). In più fuori c’è luce. La sveglia è suonata una vita fa. E lei si è alzata solo 8 minuti fa. ERGO lei è in ritardo. Lo percepisco. Quella lieve vibrazione di occhio lucido. Smorfia facciale lieve ma pietosa. TUTTALACUCINA è INVASA DA CAFFELLATTE. Se si sveglia la dolce (come il fernetbrancamenta) Chicchia e trova il disastro come minimo non fa i piatti per una settimana e ciò vorrebbe dire:


-         lavandino già saturo di due settimane chiederà asilo al tavolo e quindi niente più parvenza di ordine


-         Amanda sbrocca e compra portaportese alla ricerca di una nuova casa dove mi trascinerebbe. Magari in qualche località ridente oltreraccordo.


-         Tensione PYONGYANGIANA, impossibile da gestire viste le ferie (peraltro meritate) del mio fornitore ufficiale di relax nordafricano..


“non t’ preoccupà, mo mi alz…” occhiosinistrochiuso. Riparte il mio volo orfico. Dura un attimo. Le si infila nel letto. Percepisco piedi bagnati e odore di caffe.


“modò Ama’! ca ston’ le lenzuola bianc’.. mo hann’ diventat marrooooon. Mo agghia cangià u lett.. me non fa a stodc…” niente da fare. Ma soggià che se l’avessi fatto io macello. Niente vabbe. E allora apriamo il destro. Lei accucciolata ha bisogno di coccole. Giornata storta. “dai me’..” dico io abbracciandola di un abbraccio all’odore mattutina di ascella con residue tracce di NiveaForMe che danno un carattere più mascolino all’odore “..a che ora tieni lezione?”. “non ci vado a lezione..” dice lei ”..non c’ho voglia..voglio stare qua!”. Quindi si può dormire tranquilli..”come vuoi..” occhiosinistro chiuso braccio ritorna a me mi rigiro verso il muro…braccio di lei sul mio fianco e faccia spiaccicata sulla schiena. L’abbraccio che preferisco. E lei lo sa. Comincia a fare le fusa e a spostare la presa. Sono sveglio.


 


Bussano alla porta. Anzi. Bussa alla porta. Il rumore si confonde con un sogno poi sento la presa di Amanda che molla. Lei si alza e apre la porta. Non mi giro ma so già chi è. “scusa Chi’ ora vengo a pulire. È successo un piccolo di casino” apro il destro. Sono le 11.35 rimango a letto oggi attacco alle 14.00. e non c’ho nessuna voglia di cominciare a vivere fino ad allora. Dopo qualche minuto torna Amanda. “andiamo a comprare il detersivo per il pavimento. Oggi pulizia!” mi passa la mano sui capelli per darli un ordine. Lo faceva pure mia madre. “io rimang’a lett… mi prendi nu tramezzin co’ a bresaola e rughett?” “ prendo sti spiccioli qua ok?” ” beh allora pure cesterfirossedadieci”. Mi accarezza. Ma lei va e io mi rimetto a dormire. Dormire è un parolone. Mi giromirigiro. Guardo il cell. 12.15. che palle non mi voglio alzare. Prendo la bottiglia ai piedi del letto. Un dito di acqua. Il fondo. Il fondo di acqua del rubinetto. Che nonostante l’acquadiroma si sa, si beve, quella fa proprio cagare. Smorfia di schifo. Porta che si apre. Non la mia per fortuna. Voci. Due lo so chi sono ma c’è un maschio. Ne percepisco l’energia prima della voce. Chi sarà. MODO’ c’m’n’futt… mi rimetto a dormire. Finalmente mi addormento alla grande. Sonno profondissimo di quelli abissali. So che sorrido perché quando dormo così sorrido. Ma eccola che arriva da lontano. Sento il suo odore. Sento il suo avvicinarsi…………tititititì…titititì….TITITITITì…13.28 è arrivata.. ma c’ho sonno voglio dormire ancora….un pochino…beato snoooooze.


Mi riaddormento di botto ancora più in profondita di prima ma rieccola.snoooooooooze. ok 13.45. è ora. sveglia.




Chissà perché il cielo grigio mette malinconia.


A passi lenti mi avvicino al vetro sporco della finestra.


Buio dentro buio fuori.


Sembra che debba piovere.


Acquazzone pesante Acqua incessante


Sembra che il freddo sia più freddo


Il colore del ghiaccio ora è su.


Su un aereo il cielo sopra è blu,


quello sotto è grigio


vorrei chiudere gli occhi e dormire.


Ma c’è da fare.


 


martedì 17 ottobre 2006

Non ce la posso fare...

Sveglio.


Con lei schiaffata, incastrata, aggrappata all'ultimo sogno all'alba, proprio quel sogno che finisce quando suona la sveglia, e te lo porti dietro per tutta la giornata. Un sogno neanche piacevole di quelli ne belli ne brutti di quelli che te ne resti passivo perchè è così che deve andare e non ci puoi fare niente. E la guardi, lei, fantastica, sorridente con quegli occhi che quando ti guardano pensi... anzi non pensi perchè non ci capisci più niente... ma nel sogno non guardavano me; ero io che guardavo loro e loro che guardavano chissacchì che parlava, uno qualsiasi in mezzo a tutti. Noi dovevamo andare a Trieste o forse a Lisbona, ma in treno e alla stazione puntualmente sportellista antipatico che diffondeva false notizie e che turbava i nostri cuori da viaggiatori.


Ma il problema che lei era li anche prima di addormentarmi ieri notte. E volevo sentirla, senza un perché, e mi aspettavo che lei squillasse (chiamami lo sai che sono senza soldi), glielo avevo anche chiesto. E invece niente squillo. E allora quando l’esplosione dell’”Amore Davvero” terminava la sua manifestazione mediatica, ero li a spiaccicare la mia ultima sigaretta della giornata, gentilmente offerta dal mio amico padrone, sul fondo di una lattina, e già sentivo nel buio la sua voce e la mia voce, in quelle telefonata a fin di voce, con parole sottile tra lo sveglio e l’onirico, come una tisana rilassante per addormentarsi sereni. E allora pigiama, Musica napoletana (quella di una volta) di sottofondo, coperta di “PAIL”, cellulare, cordless… insomma…un istante dopo la sequenza tritonale che simulava dita sulla tastiera, si inserisce lei, terribile, odiosa, fredda, insensibile, ad avvisarmi che il suo cellulare era spento. Anzi no, per avvisarmi che lei aveva spento il suo cellulare. che lei non voleva sentirmi, che lei voleva giocare a fare la dura.


Non sono mai stato in grado di tollerare i giochi di ruolo al di fuori dei giochi. Mi piacciono i giochi di ruolo all’interno di un gioco. Ma quando realtà e gioco si mischiano e si confondono non lo capisco affatto e quasi smetterei di giocare… ma cazzo non è un gioco!!! Perché poi se vuoi giocare io gioco ma dimmelo.


E allora ho deciso.


Basta. Non la voglio sentire più (fitta al cuore allo stomaco e alle gambe) cazzo non ce la posso fare. Perché lei è bellissima e non so se questo è un bene o questo è un male. E non solo.


Hai presente quando (cazzo) ti ritrovi proprio Lei, quella che hai sempre cercato quella perfetta, quella che hai sempre desiderato quella che proprio è come l’hai descritta al tuo migliore amico quando, entrambi ubriachi  ti è venuto a chiedere, “ ma come la vorresti????” e tu sinceramente e spontaneamente descrivi lei?


Cazzo i desideri. Cazzo i desideri che si realizzano, perché non ci puoi fare proprio niente. Non hai più alibi. Non hai più scuse. Devi per forza prenderli non puoi dire di no. E’ quello che hai sempre desiderato. Non è una cosa che ti è capitata.


E allora perché non ce la faccio? Perché alla gente “li” piace lamentarsi, perché in fondo in fondo la gente non la vuole la felicità. La gente felice poi viene delusa. La gente felice si illude di essere felice. Meglio trovare anche in quel che c’è intorno a te che è bello, piacevole, soddisfacente, qualcosa che non va. E lamentarsi. E girarsi, dare le spalle ai desideri che si realizzano e con non curanza dimenticarli, con un “amo” infilzato nel cuore, e un filo che ti tira e ti strazia “ohhhhh che dolore…come sto male” e una lacrima e sorretta da un sorriso.


Ma torniamo a me. Con al dito l’anello di legno del mio cuoco latinista a darmi la forza, oggi non la voglio chiamare. E non so come andrà a finire. Magari sarà lei a chiamarmi (uno squillo lo ha già fatto(non ho soldi chiamami!)), o magari non sentirsi per un giorno non farà male a nessuno; e allora neanche domani e vediamo quello che sarà. O forse sarà la prova per l’addio..Che ne so.


Magari averci una storia così.

mercoledì 4 ottobre 2006

Ehrtz e Sonia

Anche oggi lascio traccia di me, con un raccontino che mi è cascato dal cervello e che propongo


      facciamo che vi racconto la storia di Ehrtz, un piccolo camioncino elettromagnetico
che trasporta SMSparoleBittose in giro per l'italia.
Gira per il sud est meridionale,anche se come vedrai dopo passa pure per la capitale, senza orari;
E girando girando un giorno becca Sonia,
piccola particella musicale, che sulle onde medie in quel momento trasportava un pezzo dei 99posse trasmesso da una radio locale.


Turbamento colse il nostro Ehrtz, che per caso viaggiava su quelle onde, giusto perche cercava da quelle parti un distributore di MS morbide,
convinto che MS potesse significare Microsoft,quando fu indotto dal bit malizioso di Sonia a fermarsi, ondeggiando alla frequenza di 180 bpm.
Gli elettroni di Ehrtz, uscirono per un attimo dal nucleo protonico,
per unirsi alla particella, e insieme acquistarono così peso necessaria a farli deragliare dalla sinusoide delle onde medie e precipitare giugiugiugiu...fino a fare un microscopico splash(!) in uno calice ricurvo contenente dell'ottimo VINO(ho detto vino eh, e non a caso) poggiato sul gradino di una piazza a s.lorenzo.



le due entità unite erano lilì per schiattare, al di fuori delle loro ondeHabitat,
 
ma sarà stato l'alcol nel quale erano immersi,
si resero conto di come era bello finalmente non essere più soli..
 
si guardarono nei neutroni, in quel ebbro idillio
 
-"quello che sei per me è inutile spiegarlo con parole" disse lei, sognante
-"..lo sai di tim, ti ha chiamato 338XXXXXXX alle ore 16.34... DHO!" rispose automaticamente lui.


glugluglu una bella sorsata, e nel nostro giovane aramolshù gli venne in mente una canzone dei 99posse e il solito senso di deficienza quando rovinava tutto con la frase sbagliata!

martedì 3 ottobre 2006

Escluso il Cane

Contenuti Omogenizzati per Blog neonato,


ribadisco enfasi poetica causa


- natura indotta di Aramolshu;


- risvolti MALINCONOICI di temporaneo approccio SERVODELLAGLEBA periodicamente amante romantico dell'amore


- adorazione nei confronti di esponenti culturali di spessore e contenuto


Dedico questa pagina al poeta eccelso Rino Gaetano, e ad una delle sue canzoni che con, enfasi canina, delinea un quadro deliziosamente medidativo e sensibile all'emozioni di qualsivoglia profumo...


e una pensiero a colui che a s. Lorenzo nella notte (in)bianca(o) l'ha citata in maniera contestualmente PERFETTA.. il compaesano(o quasi) CAPAREZZA...


Escluso il cane


Rino Gaetano

R. Gaetano


(1977)


Chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
ma togli il cane
escluso il cane
tutti gli altri son cattivi
pressochè poco disponibili
miscredenti e ortodossi
di aforismi perduti nel nulla

Chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
se togli il cane
escluso il cane
non rimane che gente assurda
con le loro facili soluzioni
nei loro occhi c'è un cannone
e un elisir di riflessione

e tu non torni qui da me
perchè non torni più da me

Chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
ma togli il cane
escluso il cane
paranoia e dispersione
inerzia grigia e film d'azione
allestite anche le unioni
dalle ditte di canzoni

e tu non torni più da me
perchè non torni più da me
e tu non torni qui da me
perchè non torni più da me



Mi sa che Aramolshu stà venendo su un po' troppo sensibile...


mi do da fare abbiate pazienza...

Scopo e Poesia

Giusto per cominciare a dare un po' di carattere ad aramolshu, che come un bambino cresce a seconda di quel che gli si mostra.. ecco un quesito frescofresco ma vecchiovecchio



Ma a che serve la poesia?


1.rendere eterna una emozione che di per se è sfuggevole


2.non soffocare il dolore lasciandolo uscir fuori dandone significato


3.per conquistare le donne (forse un tempo...)


Il mio cuoco latinista un giorno mi fece ascoltare la canzone dei Têtes de bois, in realtà con il contributo del supermusicante Daniele Silvestri, che parla di passeggiate e amori di fumo.. strepitosa, ma ancor più strepitosa è stata la scoperta, sempre del cuoco latinista, che la canzone in realta era una poesia di Rimbaud scritta, scusate la vaghezza, tanti e tanti anni fa.. questo mi supporta nella prima risposta al quesito..


godetevele entrambi..




Ferrè, l'amore e la rivolta (Têtes de bois)


Non si può essere seri a diciassette anni


Non si può essere seri a diciassette anni
locali rumorosi di luci sgargianti
con i bicchieri freschi di limonata fresca
e sotto i tigli verdi a passeggiare e basta
e sono belli i tigli quando giugno arriva
e l'aria è così dolce che se la si respira
si sente bene il suono della città vicina
si sente bene il vino mischiato alla benzina

E poi all'improvviso guardare più lontano
scoprire un po' di cielo in mezzo a qualche ramo
e quell'azzurro scuro pare trafitto appena
da una stellaccia bianca che dolcemente trema
diciassette anni a giugno e ci si lascia andare
la linfa è uno champagne che ti farà ubriacare
e sulle labbra schiuse immaginare un bacio
e poi dimenticare di non averlo dato

Mentre il cuore sogna romanzi d'appendice
ti sembra di vedere in quella poca luce
il volto di una donna che donna non è ancora
però come si muove se ti guardasse ora

Visto che ti trova immensamente ingenuo
mentre fa ballare leggermente il seno
lei si gira e segui il movimento
ma poi non parli più però rimani attento

E sei innamorato
innamorato perso
sarai noleggiato fino al trenta agosto
e gli amici intorno se ne andranno presto
fino al giorno in cui ti avrà risposto

E quella sera andrai al solito locale
stessa limonata identico rumore
non si può essere seri a diciassette anni
sotto i tigli verdi e passeggiare lenti




Arthur Rimbaud – "Romanzo"



I


Non si può essere seri a diciassette anni.
Una sera al diavolo birra e limonate
E i chiassosi caffè dalle luci splendenti!
Te ne vai sotto i verdi tigli del viale.


Come profumano i tigli nelle serate di giugno!
L'aria talvolta è così dolce che chiudi gli occhi;
Il vento è pieno di suoni – la città non lontana –
E profuma di vigna e di birra...


 


II


Ed ecco che si scorge un piccolo brandello
D'azzurro scuro, incorniciato da un piccolo ramo,
Punteggiato da una cattiva stella, che si fonde
Con dolci brividi, piccola e tutta bianca...


Notte di giugno! Diciassette anni! Ti lasci inebriare.
La linfa è uno champagne che ti sale alla testa...
Si vaneggia; e ti senti alle labbra un bacio
Che palpita come una bestiolina...


 


III


Il cuore, folle Robinson nei romanzi,
Quando, nel chiarore di un pallido fanale,
Passa una signorina dall'aria incantevole,
All'ombra del terrificante colletto paterno...


E siccome ti trova immensamente ingenuo
Trotterellando nei suoi stivaletti,
Si volta, lesta, con movimento vivace...
E sulle tue labbra muoiono le cavatine


 


IV


E sei innamorato. Preso fino al mese d'agosto.
Sei innamorato. I tuoi sonetti la fan ridere.
Gli amici se ne vanno. Sei di pessimo gusto.
Poi l'adorata una sera si è degnata di scrivere...!


Quella sera... torni ai caffè splendenti,
Ordini birra o limonata...
Non si può essere seri a diciassette anni
Quando i tigli sono verdi lungo il viale.


AH! Si accettano ulteriori risposte alla domanda iniziale, si accettano anche citazioni celebri.. che sicuramente qualcuno avrà fatto!!



lunedì 2 ottobre 2006

Nascendo mi guardo intorno

Sdraiato su un campo di erba verde,


ad occhi chiusi circondato di fiori


penso a come sarà


un po' paura un po' emozione


facce della stessa medaglia