sabato 20 febbraio 2010

paroleperse

sospeso sul filo di saliva tra bocca e bocca
in attesa della corriera da te condotta
parole interrotte per paura di non dirle

tu che dormi sulla terra comoda
con il geco, che ha il mio nome, che ti aspetta in bagno
in giro per le scuole col pretesto di insegnare

la finestra aperta a metà
e i gerani scongelati non più verdi
solo marroni e porpora

ago e filo per il coprisogni
e foglie colorate per lasciar traccia del tempo
pronte per sostituire il passato

il suon del basso, ripetitivo
e tutto il resto che varia e muta
e il flauto libero e stonato

la birra a meta sul telo amaranto
indisensabile per fumare gli ennesimi 7 minuti
ancora fredda

pensare al passato mi commuove
e avrei voglia di sentire cantare una gitana

domenica 14 febbraio 2010

Domenica malinconica a Bologna

oggi domenica malinconica a Bologna
sarà per il san valentino a 4000 km di distanza
ma anche no, fate voi

sicuramente sono i 4000 km di distanza
tuttiggiorni

sarà il cielo grigio dopo lo ieri di sole
sarà il freddo che entra dalla finestra mezza aperta
per far combiare un po' l'aria del bilocale

sarà l'ipod che continua a propormi pezzi buoni per l'anima
(che chissa chi ce l'avrà messi qui pezzi li... forse io?)

sarà questo bizzarro meccanismo che mi fa continuare a cucinare
e a riempire il frizer nuovo del frigo arancione
in attesa che venga qualcuno con il quale condividere quei sapori

sarà l'eco del silenzio qualche stanza piullà.
...

sarà la forza della reGina che stenta a venir fuori,
che la speranza non è sempre così automatica

saranno i sassi per terra che fan mettere i piedi storti
e i ginocchi che ne subiscono le conseguenze.

sarà che i tegicristalli non si muovono più
e anche una lieve pioggerellina mi impedisce di vederci chiaro
o lo specchietto alla destra che qualche sprovveduto ha sfasciato
e che mi rende difficile guardare dietro

sara il risotto al radicchio e quella mezza lasagna consumata a pranzo
sarà stato il risveglio svogliato alle 11 di mattina
con gli occhi che avrebbero voluto rimanere occhi chiusi

o la pianola che ancora non riesco a suonare
o le migliai di storie che vorrei scrivere ma che rimangono quaddentro
a fare un bel po' di caciara.

che poi la caciara è dove fanno il cacio...

domenica 7 febbraio 2010

olive taggiasche

cucinar per sé,
piuttosto che cucinare per due
è ben diverso.
e chiaramente,
non parlo di quantità.

oggi era arrivato il momento
di svuotare il barattolo di olive taggiasche liguri
che il fratello portommi l'estate passata.

rosolandole con la cipolla rossa di tropea,
nel loro stesso olio,
mi è salito al naso l'aroma dei tonnarelli alla tapenade
più volte gustate con l'amico Favlo
accompagnati dal vino rosso da mal di testa

e allora,
liberando le acciughe dell'ammiraglio
dal loro involucro salmastro,
ho spogliato una delle lische
dalla loro ciccia
e giù, nella padella.

per concludere due pomodorini squartati
e tre foglioline di prezzemolo.
dimenticavo, facendolo, un peperoncino sbriciolato.

spaghetti chiaramente fatti saltare in metà dell'intingolo.
l'altra metà raccolta nel vasetto vuoto delle olive
conservate per me o per lei, quando tornerà.