ieri cucinavo risotto ai funghi..
ma non era di questo che volevo dire..
"'nu pacchett di cesterfilross...grande..."
chiesi cortesemente alla ragazza bulgara della tabaccheria mentre masticava una big babol gusto fragola all'angolo tra la tuscolana e via di lilio bilio.
ma non era neanche di questo che volevo parlare..ci riprovo
era ormai da 20 minuti che proseguivo nella mia corsa rotonda nel parco dell'acquedotto felice e, tanto per cambiare scenario, al bivio della fontanella, decisi di girare a destra, invece che andare come al solito a sinistra. non so perchè giravo sempre a sinistra forse perchè la prima volta che ero andato a correre con funghetto, amico abruzzese con indole da sottobosco, il giro fatto era quello. Cambiare le abitudine, che cosa difficile...
mi ritrovai in mezzo a fattorie improvvisate e mi fece strano percepire l'odore di cavoletto praticamente al centro della città. il sole ormai volgeva al tramonto. ma era un tramonto musicale, in quanto i miei padiglioni auricolari erano di supporto a delle micro capsule cuffiettose che, da buone ambasciattrici ricevevano consigli da un filo bianco e mi suggerivano i versi dei vecchi 883, con il loro album hanno ucciso l'uomo ragno.
..cacchio, mi sa che non volevo parlare manco di questo..giuro che questa è l'ultimo tentativo... vediamo come va..
ero andato a far la spesa in un supermarcio di quelli grossi, con parcheggio strettostretto e carrello con moneta. percorrendo i lunghi viali, raggiungevo la "Piazza delle offerte" e guardando i vassoi quadrati di propirolenepolistirolofato che contenevano i funghetti morti e pallidi, soffocati da cielofan, ho avuto un dejiavù.
Mi son ritrovato in un vortice che ruotava in senso orario al contrario, cioè in senso antiorario, o in controsenso orario e mi son ritrovato nel bosco dietro casa del nonnoso bellicoso, ex partigiano ora guida turistica nel bosco dei faggiani e spia sul libropaga dei folletti con la barba fatta.
passeggiava e raccoglieva funghi, in realtà si vedeva benissimo che non li cercava, ma erano loro a cercare lui, in quanto, sudditi del regno dei folletti, venivano offerti come sacrificio fungoso, come contropartita alle informazioni che lui forniva.
mi chiedevo, a cavallo tra il prima e il dopo, cosa ci facessi lì ma, facendo il vago, cominciai a rosicchiare, proseguendo la secolare tradizione di famiglia, le cappelle variopinte e puèttose del contenuto selvatico del settore B5(merce non in vendita) del cestino di vimini rosa antico, che il nonnoso teneva al gomito come fosse il casco del caruso chissacchì sulla litoranea salentina sotto il sole a cavallo di ferragosto, a cavallo del suo SI targasmunito, dirigendosi verso la Carusa sua morosa dai capelli riccievivi.
"Vaddellà.." mi sussurra sbeffardo il collerico vegliardo, indicandomi con il dito mozzo, a causa di una lite con una marionetta ubriaca, una grossa acacia con un sfondo da tramonto africano, sulle cui radici si arrampicavano foglie di edere fucsia, lucertole dalla coda ad 8, e corvi dagli occhi vispi...
Mi ricordai che il supermercato chiudeva alle 21.00, ed essendoci entrato praticamente quando il campanaccio della basilica di San Pesto da Genova dindondanava le 20.30, risposi...
"mo..ecchecidevofa? mica 'stonn le fungi sotto all'acace.."
"tu va..e nuntepreoccupà.. ca le fungi 'stonn acca..." indicando il cesto...
nascosto dietro gli occupanti delle radici in continuo movimento intreccioso, mi apparvero dapprima solo gliocchi, poi il naso a patata lessa e poi tutto il corpo, dell'ormai giaincontrato folletto delle alternative..
senza dirci una parola, poso la mano sulla lucertola grande che, fungendo da serratura, mi apri l'acacia, invitandomi ad entrare.
e la vidi... nascosta sotto il buio di una stella morta...c'era amanda che dormiva placida e sorridente vestita da sposa.........
le mie palpebre applaudirono...e nella testa mi rinbalzo con fastidioso ardire...l'avviso di chiusura del supermarcio.