martedì 31 marzo 2009

occhi di bimbo

come sigarette consumate,
tra binari e banchina
traccia di attese e pensieri.

convivere con se stessi,
guardati dagli occhi di un bambino,
accettarsi per come si è, nudi

e io e lei giocando col fuoco,
soffiando per tenerlo vivo,
storditi dal rumore di una motosega

che il re, nudo,
impassibile di fronte ai suoi sudditi
ritrova in quegli occhi
la sua essenza e la sua natura

mercoledì 25 marzo 2009

di come..

Di come l'acquisto in una chiavetta internet possa diventare l'argomento di un post.


Ci sono scelte nella vita che ti portano a ragionare su chi sei, su cosa vuoi fare e su dove stai andando. Ma non è questo il caso, anche perchè come si può percepire dal titolo stiamo parlando di qualcosa aldilà dei reali bisogni.
Anche se, non c'è che dire, il mio ultimo acquisto a fatto lavorare un bel po 'il cervelletto. Ma, voglio sottolinearlo, di certo ora che ce l'ho non ho assolutamente una maggiore consapevolezza su chi sono, su cosa voglio e su dove sto andando.

Ed ecco allora che esce fuori un post che non ti aspettavi.

Ma si sa che avere aspettative punti di riferimento oggi come oggi è solo un modo per far finta di niente su ciò che realmente è.


Non c'è dubbio che se vent'anni fa mi avessero chiesto come sarebbe stato il futuro, di certo avrei descritto robot, macchine volanti e viaggi interstellari. E mai avrei parlato di Internet, anche perchè a parte che in qualche stanza lassu in svizzera, non esisteva, nel visionario collettivo qualcosa che potesse rappresentare internet.[che poi Internet mi sembra una parola così vaga, così distratta così imprecisata]. Questo per esprimere un pensiero che mi porto dietro da un po'. Che l'ultima rivoluzione culturale che la società ha subito [o prodotto... boh!?] è stata quella di internet.

E vi parlo dal corpo di uno che comprò il suo primo PC [in realtà ero partito con il commeodre64, per passare poi all'amiga ma eviteriei] con installato MS-DOS, che per aprire windows [che manco era tanto chiaro cosa fosse Windows] pisognava digitare win e premere enter. Ma in realtà di PC, a livello tecnico, ci ho sempre capito poco [quando mi spiegavano cosa fosse una soundblaster io non riuscivo proprio a capire].
Insomma per dirvi che a me il mondo-computer mi ha sempre attratto, e di conseguenza dopo il primo computer [1994] oggi ho un portatile [regalatomi da mio fratello]; il mio secondo portatile [perche il primo risale al 2001 - windows ME].

Okkei mi sa che non sono fatto per questo tipo di post sto uscendo un po' fuori traccia.

Ora, visto la mia situazione di senza casa, di cittadinoindeciso, di vagabondo tecnologico, ho deciso che internet, io, dovevo avercelo sempre a portata di mano.

Perchè sì, Internet per molte cose fa schifo.

Ma è pur sempre l'ultima rivoluzione e, come ogni rivoluzione, bisogna prenderla così com'è, che di tempo e di modo per denigrarla, ce ne sarà.


Che quando e viva, la rivoluzione, bisogna viverla, senza starci troppo a pensare.



E allora via in giro in bici per la città del tramonto a cercare, a capire, a cercare di capire.

"Sono precario, flessibile, apparentemente instabile e inaffidabile, dinamico e pigro... cosa mi consiglia?"

E già perchè averci una chiavetta internet è da considerarsi uno status simbol:

Sul treno c'è gente con la chiavetta,

al parco c'è gente con la chiavetta,
al bar c'è gente con la chiavetta,
al mare c'è gente con la chiavetta,


che poi chi può negare che in fondo internet... a che serve? a parte se lavori, a parte che se devi comunicare a parte che... ma la gente non sa che farci col tempo libero e si sa che internet, beh il tempo se lo divora.

Ma non sto parlando di funzionalismo ma di simbolismo,

[oddio ora qualche sociologo si sentirà chiamato in causa... vabbè dai dì].


Il bisogno non è collegato all'utilità, ma al fatto di essere collegato o di poterlo fare quando vuoi.


Di sapere che lì c'è tutto quello che ti serve.

Una volta che nella realtà hai già tutto quello che ti serve.


Perchè se non ce l'hai quello che userai per sostituirlo è virtuale.
Ed è lì la rivoluzione. o meglio è li che, a mio parere, fallisce la rivoluzione. Ma questa è pura polemica/provocazione che spero nessuno colga.



Ma torniamo al discorso originario. La chiavetta internet. a che mi serve?

partiamo dal presupposto che un internet point, ad oggi costa intorno ai due euro all'ora [euro più euro meno], che se uno non c'ha casa, beh averci internet a casa è un problema...e sapere che là dove andrai, che mica lo sai se c'è internet,

beh.. a me internet serve.


Beh l'utlizzo primario è cercare lavoro.
[CHEDILAVOROCEN'E'!]
[SI CEN'E'!]

che lavoro oggi come oggi non significa solo lavorare ma anche cercare lavoro.
e di conseguenza
DILAVOROCEN'E'!

che mi chiedo come si faceva, prima di internet, a cercare lavoro.


Il secondo e portare avanti il Blog.
Già.
che è stimolo a scrivere, e deposito di pensieri e di ricordi.

E basta. Fondamentalmente tutto si ferma quì.

Chiaro poi c'è controllare i treni, controllare i cinema, controllare la mail, controllare i concerti, controllare i voli, controllare come va in giro...
ma è tutta roba che se ne può fare a meno dai, o meglio, ci sono altri canali per questo.

Ah no! dimenticavo, avere la possibilità di vedere cosa di nuovo creerà questa rivoluzione. Che siamo tutti curiosi no? E chiaramente la curiosità è la forza di ogni rivoluzione. Quando tutti smetteranno di essere curiosi di sapere cosa c'è di nuovo sulla rete beh, la rivoluzione finirà.

E allora volevo una chiavetta libera.
Senza vincoli, senza obblighi: se mi servi ti uso se no mi dimentico di te. Merce. Prodotto. niente di più.

E allora via in giro in bici per la città del tramonto a cercare, a capire, a cercare di capire.

E allora è stata una buona occasione per rivedere la città a risentirla a riodorarla. E devo dire che ho trovato molte delusione [gente incompetente e totalmente all'oscuro dei minimi requisiti per essere mercante - che ormai tutti vogliono essere mercanti ma pochi lo sono]
ma anche gente fortissima chiara, precisa e capace di spiegarti le cose come stanno.
[E allora voglio fare pubblicità a queste persone che veramente sono brave.

Taranto. Via Cavallotti, 51.


Se vi serve un cellulare, una chiavetta o raba simile, beh andateci senza rischi che so' proprio bravi. E non sono miei parenti]

E alla fine il mio acquisto è stato questo.

Chiavetta "tre" 59 euro con 20 ore di traffico.
dopo le 20 ore, 0,90 centesimi all'ora [il conteggio è fatto a minuti ma paghi l'ora in anticipo.]

In alternativa l'altra tariffa può essere


- 9 euro al mese con 50 Mb al giorno
- 3 euro a settimana con 100 Mb al giorno

tutto rigorosamente prepagato [senza abbonamento per intenderci]
ed era esattamente quello che volevo.
Ora, qualche inghippo uscirà di sicuro.

Ma ora si che mi sento un precariovagabondorivoluzionario di serie "A".


E scusatemi per questo post, spero di non apparirvi fastidiosamente borghese, ma sufficientemente confuso.

Saluti

sabato 21 marzo 2009

basso profilo

come sogliole,
confusi con il contesto,
per passare inosservati,
in osservazione,
quasi sparire.
senza smettere
di essere parte integrante
delle proprie scelte.

venerdì 20 marzo 2009

metereopatie

Ritorna il cielo grigio,
e il dubbio
"piove o non piove?"

il sole sparisce.
E non è che sia come quando,
i nuvoloni bianchi, grossi, soffici, ma ben definiti,
occupano un pezzo di cielo azzurro e il sole si nasconde li dietro.

perchè si sa che la nuvola si muove,
il sole si muove,
e prima o poi verrà fuori di nuovo,
e l'alternarsi sole - nonsole distrae,
magari,
ma non preoccupa.

Oggi invece il cielo e totalmente grigio.
Uniforme.
senza imperfezioni.
Che se nascessi oggi e guardassi il cielo,
potrei anche pensare che il cielo è cosi.
grigio
e che il sole non esiste.

e allora se il cielo è grigio
e il sole non c'è
allora vado a guardare il mare
[davvero mi alzo e vado a guardare il mare]
ma comè malinconico anche il mare
senza il sole
e con il cielo grigio su.

Ma no, Ma no
non dovrei farmi influenzare.
in fondo come può un cielo grigio
un sole che non c'è
e un mare malinconico
influenzare il mio stato d'animo

grigio, assente, malinconico...

ma no.

Ma ora tutto è lontano.
Perchè quando vai lontano per cercare quello che vuoi,
per arrivare a toccarlo,
a farlo tuo,
quando ritorni,
[chetelodicoaffà]
quello che hai trovato è lontano.

E allora giù giù giù...

tutto di nuovo
appiediallaria

tutto di nuovo
machestoaffà

tutto di nuovo
quando cazzo esce il sole?




mercoledì 11 marzo 2009

Arrivederci Ganesha

dunque,
pare proprio che l'esperienza ganesha
stia per volgere al termine.

causa diatribe varie,
circostanze sfortunate
e ulteriori ricerche in generale
mi ritrovo ad abbandonare,
con rammarico,
il progetto cominciato ormai sei mesi fa.

nonostante rimanga un angolo di vita fondamentale,
metto tutto nello zaino,
e ricomincio il mio viaggio.

Forse tornerò un giorno,
ma per ora se passate di li
non mi troverete nell'orto a togliere le lumache dai cavoli,
a rincorrere le galline per rimetterle nel pollaio,
a raccogliere mandorle dagli alberi,
a togliere le erbacce per farci il compost.
No.

e visto che Battisti mi sta accompagnando in questo periodo,
altra di lui citazione, meno nota

a presto mie nuove notizie..


Perché tu non vieni insieme a noi
in paese fra la gente insieme a noi
in quella cascina così solo cosa fai
La domenica la messa finalmente sentirai.

No non mi va preferisco restare qui
ho la vacca ed il maiale non li posso abbandonar così
pompar l'acqua del canale poco fieno nel fienile troppo da fare
prepararmi da mangiare un'occhiata sempre all'orto
quando è sera stanco morto mi diverto solamente a dormire.

Sì ma non è vita questa qua

se ti compri il vestito della festa
chissà potresti anche far girar la testa
e se poi non ci riesci
appena fuori dal paese c'è la giostra.

No non mi va preferisco restare qua

io in paese ci ho vissuto già qualche mese
se di notte fai un passo con la lingua
che è un coltello ti tagliano gli abiti addosso
e se parli a una ragazza che è già stata fidanzata
loro ti mettono due timbri: ruffiano e prostituta
e se qualcuno non difende i suoi interessi con le unghie e con i denti
è degradato ad ultimo dei fessi per non dire degli impotenti.

Avrai anche un dancing per ballare

e poi un biliardo per giocare
avrai un'osteria dove tu puoi bere
e poi il televisore da guardare,
potrai anche peccare se lo vuoi!

No non mi va molto meglio restare qua ,

no non voglio entrare in mezzo all'invidia e la perfidia
non voglio stare a duellar fra gelosie sporche dicerie
e bigottume delle dolci e care figlie di Maria
e la politica del curato contro quella della giunta
tutti lì a vedere chi la spunta
e sorrisi e compremessi e fognature dentro i fossi
no no io non ci sto
no no io non ci sto
Io non posso parlare solo di calcio e di donne
di membri lunghi tre spanne non posso parlare
di tutte le corna del droghiere
e dell'ulcera duodenale del padre del salumiere
non posso parlare
Potrai avere un giorno anche dei figli!
Per farli diventar così preferisco alleva vitelli e conigli!

(le allettanti promesse - Battisti, Mogol)

giovedì 5 marzo 2009

bipolarismo

E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante,
cancella col coraggio quella supplica dagli occhi.
 

Troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante,
e quasi sempre dietro la collina è il sole.
 

Ma perché tu non ti vuoi azzurro e lucente,
ma perché tu non vuoi
spaziare con me

volando intorno la tradizione,
come un colombo intorno a un pallone frenato
e con un colpo di becco
bene aggiustato forato e lui
giù... giù... giù...
 

e noi ancora ancor più su,
planando sopra boschi di braccia tese,
un sorriso che non ha
né più un volto né più un'età.
 

e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini,

ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini.
 

e più in alto e più in là..
(se chiudi gli occhi un istante)
ora figli dell'immensità.
 

Se segui la mia mente se segui la mia mente
abbandoni facilmente le antiche gelosie.
 

ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti
le anime non hanno sesso né sono mie.
 

Non non temere tu non sarai preda dei venti
 

ma perché
non mi dai la tua mano
perché

potremmo correre sulla collina
e fra i ciliegi veder la mattina
che giorno è...

E dando un calcio ad un sasso
residuo d'inferno e farlo rotolar
giù... giù... giù
...


(La collina dei ciliegi - Battisti Mogol)