martedì 28 agosto 2007

ancora lui...

che Borges,
lo sanno chi mi legge e chi mi conosce,
ultimamente ricorre, spesso,
arrivando da varie fonti.


ed eccone un altra, che me lo cita,
e,
ai posteri l'ardua sentenza,
non poteva arrivare in momento più azzeccato,
anche se la Rosi,
la fonte di oggi,
avrebbe voluto non darmi ragione.


eccola...


Istanti - Borges


Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato, di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igenico.
Correrei più rischi, farei più viaggi, contemplerei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei in più fiumi.
Andrei in più luoghi dove mai sono stato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.
Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto della loro vita sensati e con profitto; certo che mi sono preso qualche momento di allegria.
Ma se potessi tornare indietro, cercherei di avere soltanto momenti buoni.
Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita, di momenti: non perdere l'adesso.
Io ero uno di quelli che mai andavano da nessuna parte senza un termometro, una borsa dell'acqua calda, un ombrello e un paracadute; se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.

Se potessi tornare a vivere comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri in calesse, guarderei più albe, e giocherei con più bambini, se mi trovassi di nuovo la vita davanti.


Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.


(NDR io ne ho 27 28... )


 


 

lunedì 27 agosto 2007

giovedì 23 agosto 2007

roso

riscontri
riprovevoli
di percezioni taciute,
interiormente vissute


orgoglio
istintivo,
eco bestiale,
darwiniane ipotesi
recepite a scaglie,
come grana,
e grane per il fegato
intatto, malandato, acido


corvacci
dal sorriso
presumiblmente amico
escogitano
dubbiosi effetti
che ignoro
e continuo ad ignorare
alla ricerca di sufficienti conferme


che chiuso in casa
isolato da germi e batteri
non è il mio presente.
del futuro
e, soprattutto,
del passato,
sogno vago

martedì 21 agosto 2007

ritorno (in mente)

eccolo il ritorno,
di color verde scuro, senza riflessi, solo ricordi....


che dormire sugli scogli fa male, solo per un po' all'inizio e solo per un po al risveglio.
che bere birra alle 10 di mattina e arrivare alle 10 di sera pesantemente torto ti fa capire che il corpo c'ha i suoi limiti.
che camminare per 15 km sui binari di un treno ti fa capire che se il treno arriva davanti lo vedi e lo scansi, ma se arriva da dietro bisogna avere le orecchie aperte.
che le stazioni, quelle isolate possono ospitare persone timide e poetiche che vorrebbero venire con te.
che i vecchi cantori sono dei saggi
che se qualcuno balla con la tua donna ti devi alzare e ribadirlo.. anche se poi ti senti uscito da un'opera di shakespeare.
che il sole sorge ad est, e la mattina, alle otto, è già caldo.
che lavarsi ad una fontana è indecente, ma se il bagno pubblico è quello di trainspotting la vado a fare al bar
che i pullman possono saltare le corse, ma se ne arriva e si ferma tu ci salti su senza pensarci.
che il cemento è duro, peggio degli scogli.
che l'autostop ti può cambiare i programmi.
che certe alghe sono scivolose e certe altre no.
che alcune rocce c'hanno le spine.
che il caffe con latte di mandorla e ghiaccio è davvero buono
che se per prendere un piatto di pesce fritto devo fare mezzora di fila, alla fine potrebbe risultare freddo.
che le polpette, le pittule e i peperoni anche freddi son buoni.
che si può ballare la pizzica fino alle 6 di mattina
che se balli con una signora di 50 anni che è più vispa di un grillo è un po' sconveniente dirle "lei è molto brava dovrebbe insegnarmi altri passi"
che farsi una canna nella strada in mezzo al macello può far girare i coglioni
che se vuoi dormire davanti a un portone assicurati che nessuno debba uscire
che davanti alle chiese c'è l'ombra la mattina
che le informazioni contrastanti possono rovinarti una mattinata.
che tra gli scogli, a volte, c'è la sabbia
che a volte ti carica chi non te l'aspetti,
che lo spezzatino sulla spiaggia ha un sapore diverso
che basta un telo per fare una canadese
che a gallipoli bastava un solo giorno
che i gay sono dei provocatori, ma non tutti
che se non sei ospite non puoi entrare, ma se chiedi un piacere a un ospite lui ti aiuta
che il mare è grande
che la citronella, se brucia, supera i 100 gradi
che se non stai bene in un posto basta spostarsi
che matriciana e salsiccia per pranzo, solo se c'è un amaca.
che se sei senza benzina, ricordati di tenere bottiglie vuote
che se cammini per strada le macchine devi avercele di fronte.
che l'inquinamento globale, beh... questa è un altra storia.
che la qualità è un valore
che se vuoi l'insalata nella puccia con gli uccelletti devi dirlo prima.
che parlare di passato con la tua donna non so se è una cosa buona.


bentornati a tutti

venerdì 3 agosto 2007

puntata prima

L’appuntamento era in un bar a sanlollo sotto lo scalo. Anche se l’orario non era proprio appropriato, erano le 6.15 di mattina, avevo una gran voglia di tramezzino al tonno e carciofini, che invece del cornetto faceva compagnia al cappuccino con spruzzata di cacao. Gloria come al solito non arrivava e così, seduto al tavolino appiccicaticcio mi sono messo a sfogliare una copia di Metro di ieri anche se già sapevo tutto quel che era successo, letto talaltro non mi ricordo su qualche altro giornali di questi che non scegli ma che prendi perché gratuiti, ignorando totalmente eventuali conseguenze su come le informazioni lette, alcune peraltro inutili, facevano volume nel bagaglio informativo celebrale. Mi sono spesso chiesto se il cervello ha spazio illimitato per le informazioni o no. Nel senso che siamo abituati a considerare le informazioni come qualcosa di intangibile (postumi di filosofie cibernetiche) ma tutti siamo consapevoli dell’effetto che ha un hard disk pieno sull’efficienza di un pc…!

Arriva Gloria sempre precisa nella sua totale noncuranza nel apparire, anche se oggi le trecce con i calzoni al ginocchio potevano riprendere immagini infantili tipo pippicalzelunghe. Chiaramente non ha spiccicato una parola se non dopo caffeamaro e cornettovuotointegrale. “che nottata di merda” dice lei come al solito “non ce la faccio più a vivere in questa città. Pure di notte c’è più casino qui che non nella notte di capodanno a Minervino”. Abituata a dormire in camere con soffitti alti quanto il cielo, il suo letto soppalcato con soffitto a portata di mano le privava di quell’aria necessaria per addormentarsi, ed era costretta a tenere spalancata la finestra anche in febbraio, e affacciandosi sul mercato a piazza vittorio, praticamente c’era pace solo dalle 9 di sera fino alle 3 di mattina. Per il resto era tutto un meltinpop di urla e bestemmie indu, senza considerare tutti gli altri rumori generati solo indirettamente da azioni umane. “ e come se non bastasse stamattina la mia vicina etiope non so che cazzo stava cucinando ma a riempito tutto il palazzo di un frittume puzzolente di cipolla che ho dovuto accendere tre sigarette di seguito per respirare qualcosa di tollerabile” e mentre diceva così sfilò da un pacchetto, comprato prima di tornare a casa il giorno prima, di MS morbide l’ennesima sigaretta della mattinata talaltro appena cominciata. Gloria fumava l’ultima sigaretta della giornata e del pacchetto prima di pranzo, e ogni mese appena apparivano i soldi sul suo conto comprava due stecche: una di MS e l’altra di Cesterfildrosse. La prima da fumare le altre le consumava durante il weekend spaccate, modificata e riarrotolata. Passare un venerdi sera con Gloria voleva dire sistematicamente arrivare a letto, alcune volte trascinandotela dietro, con le mani e coi piedi. Ma durante la settimana rimaneva pulita, solo nicotina.

Quella mattina era come al solito truccata. Ma il suo trucco era di quelli lasciati a metà quasi che passati cinque minuti già le era passata la voglia. Era comunque una ragazza stupenda. Nel senso che nel suo essere lei poteva stupirti in qualunque momento. Per uno dei suoi magnifici rarissimi sorrisi a denti bianchissimi (portava sempre con se dentifricio spazzolino e filo interdentale, e tra un po sarebbe andata al bagno per usarli, e ok per i primi due, ma per il terzo aveva quasi un ossessione, tanto che passava quasi dieci minuti, a volte anche in macchina mentre ci spostavamo da una strada all’altra, e usava una tecnica odiosa ma, credo, veramente efficace; suo padre era un dentista), o per un suo sguardo tagliente o per una qualunque delle sue frasi ad effetto che poteva veramente scuotere il papa o un porta caffe rumeno in qualche baretto fuori il raccordo. Appena conosciuta per lei si prova un misto di odio folle e amore folle, tanto è vero che chi lavorava con lei prima di me è finito per essere ossessionato da quella donnina alta poco più di un metro e cinquanta, e ora non reggeva più lo starle semplicemente vicino. Lei rimaneva quasi sempre emotivamente immobile alle reazioni che provocava alla gente intorno, e questo di certo la rendeva una donna parecchio strana. Da quando la conosceva, ed erano quasi 9 mesi, le mie attenzioni da uomo erano rivolte solo a lei, ed era una cosa che non riuscivo a spiegarmi in quanto, per la maggior parte del tempo, era una persona veramente assente e invisibile. Ma non riuscivo a togliermela dalla testa. Dormivamo spesso insieme, ma il nostro rapporto finiva lì e non credo che lei fosse in grado di viverne uno diverso. Non sapevo nulla di lei. Passavamo praticamente tutto il giorno insieme, ma l’unico argomento di cui parlavamo al di fuori di quelli lavorativi, era la murgia pugliese, i colori, i profumi, i vari paeselli, la vita quotidiana. Mai con nostalgia ne con disprezzo si metteva li e ne parlavamo e una volta, visto che lei non accennava la proposta, le dissi che mi sarebbe piaciuto visitarla, visto che non c’ero mai stato, ma lei mi rispose che non c’era nulla da visitare, la murgia o si viveva o non era nulla.

Le mancavano tre dita alla mano destra e non mi ha mai detto come era successo. Diceva solo che per fortuna le erano rimaste il pollice e l’indice, necessarie a scrivere, fumare e rullare. Lei aveva mille pseudoamanti, tutti uomini tremendamente falliti, tossici, alcolizzati, gente violenta, ma una volta mi disse, in maniera molto distratta, che si frequentava con un ragazzo appena ordinato prete. Tante volte mi diceva che saliva qualche suo amico dalle murge, e alcune volte, durante il weekend andavo a casa sua e ne conoscevo qualcuno. Una volta conobbi anche sua sorella, ma con lei era impossibile parlare. Passava massimo due giorni e poi fuggiva a Minervino. Non riusciva a capire come avesse fatto la sorella a ridursi in quello stato (quale stato?) e soprattutto come faceva a rinunciare alla sua vita di paese tranquilla e benestante preferendo lo squallore della capitale. Partendo da questo pregiudizio era improponibile tentare uno scambio di opinione e sinceramente non avevo idea di che persona fosse.

 

Entrando nel doblone (il Fiat doblo giallo oro aziendale sul quale passavamo la maggior parte delle nostre giornate) Gloria quasi contemporaneamente si accende una sigaretta e la radio sintonizzandosi su una delle stazioni che fornivano informazioni sul traffico. Con il laptop sulle gambe e la sigaretta tra le labbra Gloria effettua l’autentificazione su outlook e comincia a sbatacchiare sui tasti. “oggi si comincia dalla tiburtina..”