la serata fu parecchio movimentata.
il cuoco latinista, nonchè bibliotecario per passione fu il mio compagno.
egli era convinto che i libri fossero cosa viva.
lo era a tal punto che partecipò alla ripulitura di alcuni manuali della biblioteca di sociologia.
Mentre alcuni borsisti cancellavano le scritte e le sottolineature, che lo studioso di occorenza lasciava come traccia evidente del passato di quel libro, il cuoco latinista annotava tali scritte effimere su alcuni fogli che poi allegava al libro al momento della nuova archiviazione
- non posso permettere che il libro perdi, anzi perda, la sua memoria; come uomo smemorato che vivendo del solo oggi e delle sole speranze, illusioni o paure del futuro, non potrà far ricchezza dell'esperienze passate -
spinto e trendo spunto dalle sue letture metafisiche, provò un giorno, egli, a far rivivere nella realtà alcune personaggi di alcuni libri. non ci riuscì.
tali personaggi, nella loro romanzesca ed effimera essenza, non essendo mai potuto essere reali.
Il processo di "realizzazione" era, perciò, troppo contorto per verificarsi.
Vi riuscì pero di alcuni personaggi di monografie o autori di romanzi, che, della realta, ne avevano assaporato l'odore.
riuscì a far tornare, anche per un sol giorno Euclide, che passo tutto il tempo su un divano a sorseggiare martini e guardando a ripetizione "2001 odissea nello spazio".
vi riusci con emily dickinson ma lui non parlava inglese - al oirartnoc parlava perfettamente lo spagnolo - e non ci fu un gran dialogo.
Deciseallora di far rivivere la Genia della lampada; una genia che, descritta una sua biografia, fu mandata dagli altri geni a studiare, in data recente, le abitudini degli essere umani, al fine di comprendere meglio i desideri che, in quel periodo, l'uomo cominciava a fare:
- vorrei un cellulare -
-eh?-
immaginate....
seduti su un tavolo di marmo io il cuoco e la Genia, ordinammo un fritto misto vasto, e alcune birre.
il fritto era effettivamente vasto, ma la birra poca.
ne chedemmo altre quanto quelle che man mano finivamo,
e mai vi fu un attimo in cui la birra non fosse presente in almeno uno dei nostri bicchieri.
eravamo insieme. era notte. eravamo ubriachi.
parlammo tutta la notte bevendo branca menta curiosi alquanto di quel che la Genia ci raccontava.
aveva guardato la società,
e nel tentativo di comprenderla meglio aveva studiato le teorie sociologhe che passava il mercato in quel periodo.
dubitando, ella, della pragmaticità delle stesse.
la matematica è l'esercizio per la logica
la sociologia e l'esercizio per l'etica.
tornando a casa pensai a quel che ora sto scrivendo, e mi resi conto che non avevo espresso i miei 3 desideri.