venerdì 21 novembre 2008

certezze e autostop

qualche anno fa,
era forse il 2003,
ero arrivato a una conclusione.
una delle tante


la vita è un volo, o almeno il tentativo di farlo
e ci sono tre tipi di persone:
quelle che non sanno volare e precipitano,
quelle che hanno un paracadute, e atterrano lentamente
e quelle che sanno volare.. ma queste sono le più rare.


chi non sa volare,
percependo di precipitare,
si dispera e cerca di afferrare qualcuno.

se abbraccia chi già precipita, beh precipitano più velocemente,
ma è la sindrome del cerotto.
farla finita subito

o abbraccia chi ha il paracadute,
rallentando il precipitare ma condannando l'altro.

guai, avendoci il paracadute,
a lasciarsi afferrare da uno che precipita


poi c'è chi sa volare che abbracciando può salvare
e volare  via insieme.


e si sa, che quando uno arriva a una conclusione,
generalmente si impersonifica con la figura migliore.
per legittimarsi.


ma per volare servono certezze.
forti, costanti, imperturpabili.


le certezze... già.

che le certezze però non sono sfere.
che le sfere, da dovunque le guardi, restano sempre sfere.
da sopra, da sotto, dal lato.


qualcosa mi fa pensare che chi ha certezze,
dovrebbe star fermo dov'è,
per vedere quello che vede sempre nello stesso modo.
e sereno continuare, sorridente, a volare.


ma bisognerebbe essere umile e,
soprattutto,
consapevole che cambiando il punto di vista le cose rischiano di cambiare....


per questo la certezza non è fatta per l'uomo curioso.
non  è fatta per chi,
costantemente,
mette in discussione quel che,
fino a cinque minuti fa,
poteva essere la sua certezza.

ma la curiosità,
se non sbaglio nel Simposio Socrate ne parlava,
può rendere l'uomo arguto, 
ma convinto solo che le certezze difficilmente saranno
per lui
tali.

e qual'è quindi la soluzione?

ma le conclusioni,
giassai,
non possono finire con un punto di domanda,

le conclusioni sono risposte,
le conclusioni sono certezze,
e le certezze non fanno domande,
quelle le fanno i curiosi.


e allora mettiamo in mezzo anche la possibilità che chi sa volare,
a un certo punto,
non ce la faccia più,
e smette di farlo.
e nello smettere rendersi conto che,
in fondo,
di certezze non ce ne sono.


a questo punto la risposta è abbastanza banale:
ed è non rispondere,
ma scegliere e cominciare a camminare.
senza
però,
fare l'autostop

5 commenti:

  1. C'è anche chi pensa che ad una domanda ci possano essere infinite risposte, e così è possibile passare tutta la vita a darne sempre di nuove senza mai averne una per così dire "definitiva".

    Ma d'altronde la vita non è una domanda, al massimo un insieme infinito di domande... quindi se alla prima ti fermi e rispondi in mille modi diversi, non conoscerai mai le altre domande... ergo figuriamoci le risposte.

    E in quest'ambardan ci sono anche momenti in cui si rimane a fantasticare un'unica risposta esaustiva ad un'unica domanda come difesa... difesa dalla propria paura di scoprire di non saper rispondere alle altre. In fondo se alla due non arrivi mai, potrai dare la colpa al tempo limitato della prova che non ti ha permesso di arrivarci, alla complessità della prima che ha monopolizzato tutte le tue forze... senza per altro giunger mai ad una "certezza assoluta".

    E allora?

    Se ti rendi conto che è così, c'è solo una cosa da fare:

    PASSA ALLA DOMANDA N. 2.

    Chiariamoci, niente contro il passare la vita a tentare di rispondere ad una domanda con una risposta "certa"... ma come tu ben sai una persona "curiosa" non lo fa con la felicità nel cuore, perché c’è tanto altro che in cuor suo la incuriosisce.

    E allora?

    ALLORA PASSA ALLA 2.

    Un saluto bello, anche se non ci si sente ne vede, in fondo ci si sa.

    Un abbraccio.


    PS: mi devo rasare i capelli... che c'hai impegni?

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  2. lieto di rileggerti...

    dovrei tagliarli anche io..

    teniamoci in contatto

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  3. ehm... errata corrige.

    come descrivono le ormai obsolete teorie di cinetica fisica, la velocità e l'accelerazione di un corpo che precipita sono indipendentei dal peso del corpo stesso.

    Se due che precipitano si abbracciano, l'unica cosa che cambia e che non precipitano da soli..

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  4. Ah che piacere, che gioia, rileggereti con la tua vecchia verve di scrittore.


    Che certe immagini a descrizione di certi fatti sono proprio solo tue.


    Tra l'altro risulta evidente la tua vicinanza al pensiero di un noto personaggio di cui riporto due famosi aforismi..


    Le opinioni sono come le palle. Ognuno ha le sue. (e se le certezze non sono come sfere...)


    Se vuoi una garanzia, compra un tostapane. (il legame è probabilistico ma pur sempre di certezza si tratta)


    Per il resto non saprei..

    Ma l'unica certezza è che non esiston certezze e bisogna farsene una ragione..


    Ciao caro


    Giovannaus il personaggio è Clint Eastwood

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