lunedì 14 luglio 2008

il profumo è fratello del respiro

ambiguamente ripenso ai contenuti
ansia di raccontare,
ho fatto questo
ho fatto quello


rileggendo,
scorrendo il dito verso sinistra
riguardo a quando
nulla c'era da raccontare
e per questo
dal mio cappello pieno di crini ammutinati
lasciavo fuoriuscire
conigli erranti sotto forma
di architetture linguistiche

o si vive o si scrive
raccontavo anni fa

ma nel viaggio gli occhi
riposano nel sonno

domani si riparte
dopo montagna e mare
vado in città
dove la gente va di fretta
e il riso è quello istantaneo
per insalate frettolose
per chiacchiere ad un tavolo di un  bar


Parigi...
la puzzolente Parigi


"Al tempo di cui parliamo,
nella città regnava un puzzo
a stento immaginabile per noi moderni.
Le strade puzzavano di letame,
i cortili interni di orina,
le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti,
le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone,
le stanze non aerate puzzavano di polvere stantia,
le camere da letto di lenzuola bisunte,
dell'umido dei piumini e dell'odore pungente e dolciastro di vasi da notte.
Dai camini veniva puzzo di zolfo,
dalle concerie veniva il puzzo di solventi,
dai macelli puzzo di sangue rappreso.
La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati,
dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti,
dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi,
quando non erano più tanto giovani,
veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali.
Puzzavano i fiumi,
puzzavano le piazze,
puzzavano le chiese,
c'era puzzo sotto i ponti e nei palazzi.
Il contadino puzzava come il prete,
l'apprendista come la moglie del maestro,
puzzava tutta la nobiltà,
perfino il re puzzava,
puzzava come un animale feroce,
e la regina come una vecchia capra,
sia d'estate sia d'inverno.
Infatti nei diciottesimo secolo
non era stato ancora posto alcun limite all'azione disgregante dei batteri
e così non v’era attività umana,
sia costruttiva sia distruttiva,
o manifestazione di vita in ascesa o in declino,
che non fosse accompagnata dal puzzo.


E naturalmente il puzzo più grande era a Parigi,
perché Parigi era la più grande città della Francia.
E all'interno di Parigi c'era poi un luogo dove il puzzo regnava più che mai infernale,
tra Rue aux Fers e Rue de la Ferronnerie,
e cioè il Cimetière des Jnnocents.
Per ottocento anni
si erano portati qui i morti dell'ospedale Hôtel-Dieu
e delle parrocchie circostanti;
per ottocento anni,
giorno dopo giorno dozzine di cadaveri
erano stati portati qui coi carri e rovesciati in lunghe fosse;
per ottocento anni in cripte e ossari si erano accumulati,
strato su strato,
ossa e ossicini.
E solo più tardi, alla vigilia della Rivoluzione Francese,
quando alcune fosse di cadaveri smottarono pericolosamente
e il puzzo del cimitero straripante
indusse i vicini non più a semplici proteste,
bensì a vere e proprie insurrezioni,
il cimitero fu definitivamente chiuso e abbandonato,
e milioni di ossa e di teschi
furono gettati a palate nelle catacombe di Montmartre,
e al suo posto sorse una piazza con un mercato alimentare."


Patrick Süskind, Il profumo, Longanesi & C.


 

8 commenti:

  1. Buon viaggio Profeta!

    Gi

    RispondiElimina
  2. Che bello questo libro!!

    Graditissimo ritorno quello del profeta nelle mie stanze..

    Spero tutto sia buono per te.


    PagliaccettoTuttaffiori

    :)

    RispondiElimina
  3. Non conosco questo autore!

    Grazie per aver postato questo suo brano!

    RispondiElimina
  4. e bravo il profeta...o si scrive o si vive dici?

    mm...

    non so..

    però leggerti è sempre illuminante piccolo, grande, zingareggiante shura....


    buon viaggio hombre, take care....


    kayalettoprofumo2volte

    RispondiElimina
  5. Buon viaggio e buon divertimento a Parigi!!!;)

    RispondiElimina
  6. forse per errore hai una erre ed una effe in più...poeta!


    Buon viaggio...

    RispondiElimina
  7. Bello shura profetoso.......è vero Parigi è molto bella, ma viverci non è sempre così bello come appare......sai per me è una città del cuore ed ogni angolo è un ricordo vivo per me, ma ricordo le difficoltà per trovare un appartamento perchè italiana(ti rendi conto...)ricordo le schiene degli studenti francesi che mi accoglievano quando arrivavo in aula ignorandomi per tutto il periodo dei corsi(tranne gli studenti stranieri che si trovavano nella mia stessa situazione)....oppure delle facce tristi del metrò dove un incontro di sguardi è troppo invadente........oppure di come mi hanno trattata in ospedale quando mi sono tagliata a lavoro.....però allo stesso tempo ricordo i colori, gli odori......le velò che nel mio ultimo viaggio nella ville lumiere sono state fondamentali....salutamela e dille che fra poco tornerò!

    RispondiElimina